Era febbraio e da poco avevo iniziato ad inviare candidature a diverse aziende: non vedevo l’ora di mettere in pratica ciò che ho studiato in cinque anni e interfacciarmi con con le vere responsabilità del lavoro, ma l’emergenza Coronavirus ha cambiato le carte in tavola.
Si impara con gli occhi, si impara guardando, si impara facendo domande e, invece, il covid-19 ha modificato brutalmente molte abitudini nelle nostre vite e non solo, cogliendoci totalmente impreparati.
Quando mi comunicarono che avrei dovuto sostenere il mio stage in modalità smart working mi è preso il panico. Già normalmente essere stagisti non è semplice e una situazione di emergenza avrebbe potuto rendere l’esperienza ancora più dura o poco produttiva…
Piacere, mi chiamo Dalila D’Andrea, frequento il secondo anno del corso di laurea magistrale, Comunicazione per l’impresa i media e le organizzazioni complesse dell’università Cattolica del Sacro Cuore. Mi reputo una persona ambiziosa, intraprendente e attenta ai dettagli e coltivo da sempre una forte passione per gli eventi. Sono curiosa e amo osservare ciò che mi circonda perché credo che tutto parta dall’osservazione e dalla cura per i particolari che fanno la differenza.
In questi anni ho approfondito il mio interesse per la digital communication: una buona comunicazione, infatti, è essenziale per creare relazioni di ogni tipo e durature nel tempo.
Durante lo stage ho ricoperto la posizione di social media manager in ambito comunicazione della salute presso il consultorio CEMP. Il mio lavoro è stato affiancato dalla Dott.ssa Sara Colasanto con cui ho instaurato sin da subito un efficiente legame comunicativo affinché svolgessi senza troppe difficoltà il mio lavoro anche a distanza.
Il lavoro è stato suddiviso in più step, settimana dopo settimana. All’inizio vi è stato un lavoro di osservazione, monitoraggio e studio dei canali touchpoint della realtà del consultorio, mentre nelle settimane successive ho avuto la possibilità di sperimentare le varie attività proposte: dalla scrittura alle interviste dei professionisti impegnati al CEMP per la redazione di articoli, alla creazione della strategia di comunicazione dei canali social, in particolare Facebook e Instagram.
Di seguito le mansioni e i compiti svolti durante lo stage:
- analisi di benchmarking per studiare competitors e comparables ed insight, creando poi un report;
- elaborazione di strategie per una comunicazione efficace in ambito di salute e prevenzione;
- pianificazione del PED -piano editoriale digitale – per organizzare il lavoro e riuscire a coordinare i task con i colleghi;
- creazione di contenuti per la pagina Facebook e Instagram utilizzando alcune app e siti per creare post e stories che fossero more appealing grazie a captionavvincenti che invitassero la community a seguirci ed interagire;
- redazione di articoli intervistando i professionisti su tematiche in ambito sanitario di interesse dei follower;
- pubblicazione degli articoli su WordPress, nella sezione blog del sito, dopo un’analisi SEO e di leggibilità;
- organizzazione e regia delle dirette con i professionisti su StreamYard.
La mia giornata tipo variava a seconda delle mansioni da svolgere, ma non mancava mai un confronto iniziale con la tutor prima di procedere con il lavoro.
Analisi dei canali social, ricerca delle tematiche più in voga per attirare il target del consultorio, differenziazione del linguaggio e dei contenuti da piattaforma a piattaforma e creazione del post finale. Una volta realizzati li inviavo alla Tutor per l’approvazione e per un confronto così da capire su cosa potessi migliorarmi di volta in volta.
Alla fine, nonostante la modalità in smart working, è stata una esperienza molto formativa anche grazie al sostegno e alla presenza costante della mia referente aziendale. Tuttavia, mi sarebbe piaciuto poter vedere di persona la struttura del CEMP per comprendere ancora meglio il lavoro che c’è dietro ad una realtà a me completamente nuova.
Le difficoltà più grandi per me sono state il fatto dover affrontare lo stage dietro ad un pc, senza alcun tipo di contatto fisico, e la paura di non riuscire a portare a termine correttamente il mio lavoro. Nonostante ciò, senza questa esperienza non avrei mai realizzato oggi che con un buon lavoro di squadra e con la giusta comunicazione si possa arrivare ugualmente a dei risultati significativi e proprio perché a distanza, anzi, incrementare la capacità di problem solving.
La tecnologia è stata quindi fondamentale, ed è ciò che ha permesso la continuità delle mie attività.