SIAMO UN PO’ TUTTI DORIAN GRAY?

Cosa può accomunare un personaggio letterario del passato a una figura predominante dello scenario social odierno, ovvero l’influencer? E soprattutto, esistevano già icone di stile secoli fa? Certo che sì, basti pensare alla figura dell’eccentrico personaggio ideato da Oscar Wilde: Dorian Gray.

Può sembrare difficile o abbastanza forzato accostare due tematiche tanto distanti nel tempo, ma il parallelismo è in realtà semplice. Come il patto mefistofelico di Dorian, così i social ci permettono di falsare la nostra vera immagine e di presentarci agli altri nel nostro lato migliore, omettendo tratti del nostro essere che non siamo disposti a proiettare.

C’è una differenza, però: nel caso di Dorian mentre l’immagine riflessa – da occultare – era quella veritiera, il suo vero ‘io’ – ciò che esprimeva e faceva vedere di sé stesso – era la parte più ipocrita .

Ad oggi, invece, i social ci pongono dinanzi alla condizione contraria: pubblicare contenuti di noi stessi che molto spesso non rispecchiano affatto ciò che siamo e i valori che possediamo. Eppure, il brivido dell’accettazione, il numero di likes che cresce sempre di più, ci portano comunque a restare collegati più di quanto dovremmo, spingendoci di fatto ad insistere su un comportamento che in ultima analisi finisce per svalutare la nostra vita.

In sintesi, viviamo in un periodo in cui ognuno di noi cerca di regalarsi un aspetto che non gli appartiene, magari trovato sul profilo di qualche personaggio pubblico o visto sulla copertina di Vogue, ma ciò che è sicuro è che si tratta di un’immagine distorta del sé. Si ostentano tratti di giovinezza ormai svanita, a volte si tende a celare il proprio stato d’animo in favore di uno che possa invece attirare maggiore attenzione; insomma, facciamo di tutto pur di essere accettati da una società che – senza rendercene conto – ci ha imposto dei modelli da seguire e delle ‘regole’ da rispettare affinché potessimo perdurare all’interno di questa comunità detta social network.

Possiamo chiederci se sia veritiera l’atteninza tra l’eccentrico personaggio di Oscar Wilde e le nostre vite social? Basta questo a renderci tutti dei moderni Dorian Gray? Forse sì, o almeno, ci sono più affinità tra noi e Gray di quanto si potrebbe pensare.

Come lui, anche noi cerchiamo di combattere il tempo e i segni sul nostro viso, mostrando agli altri parti di noi che dovrebbero invece dar spazio alla nostra reale natura. Tentiamo di raccontare una vita che non è la nostra, forse proprio quella che vorremmo avere, ma la stessa per cui non facciamo molto se non celarla dietro a post privi di elementi unici e significativi.

È forse quindi vero che, ad oggi, siamo tutti un po’ Dorian Gray?

Giada Catania