Il libro L’isola dell’abbandono di Chiara Gamberale rivendica il mito di Arianna, la fanciulla abbandonata sull’isola di Naxos, permettendole di riscrivere la sua storia e di riscattare la sua libertà dal dolore dell’abbandono.
Chiara Gamberale è una scrittrice e una conduttrice radiofonica e televisiva. Il suo primo romanzo è Una vita sottile, pubblicato nel 1999. È riconosciuta per la sua capacità di stravolgere ed avvolgere i suoi lettori, facendo sì che si riconoscano nei personaggi inventati che animano le sue storie.
L’isola dell’abbandono è un romanzo del 2019 che parla dell’abbandono sia come un evento molto doloroso sia in chiave positiva, ovvero dimostrando l’importanza di lasciarsi trasformare dagli accadimenti della vita, senza farci prendere dalla paura di perdere il controllo. La Gamberale insegna ai suoi lettori come l’abbandono possa logorare nel profondo ma come possa anche essere motivo di resilienza, di rinascita personale che permette di riscoprire il sé.
L’autrice ha scelto l’ambientazione giusta per trattare il tema dell’abbandono, sia a livello culturale che storico: l’isola di Naxos.
«L’importante è che adesso – proprio adesso – lei sappia che ci sono labirinti dove, per uscire, dobbiamo mollare il filo che avevamo in mano, invece di tenerlo stretto.»
Naxos è l’isola in cui ebbe origine il mito greco di Arianna e Teseo. Per chi non lo sapesse o non se lo ricordasse, il mito narra che Teseo, dopo essere uscito dal labirinto di Creta grazie all’aiuto di Arianna, non rispettò la sua promessa di sposarla ad Atene, abbandonandola invece sull’isola. È da questa narrazione che nasce l’espressione “essere piantati in asso” (Nasso è la traduzione italiana di Naxos). Dopo l’abbandono, sono stati tramandati due diversi finali del mito: il primo prevede che, dopo l’abbandono da parte di Teseo, Dionisio, per consolare la fanciulla, le doni una corona e la renda immortale trasformandola in una costellazione; nel secondo finale, il dio Dioniso conosce e si innamora di Arianna, la sposa facendola diventare una dea e le regala un diadema che trasforma in una costellazione. Queste due varianti rappresentano le due modalità di reazione all’abbandono: crogiolarsi nel dolore e lasciare che esso condizioni le nostre scelte o elaborare il dolore e aprirsi a nuove opportunità.
La protagonista del libro non a caso si chiama Arianna, è un’illustratrice di fumetti e libri di narrativa per bambini ed è una neomamma. Solo dopo aver partorito suo figlio, la giovane donna riesce a guardarsi dentro e riscoprire sé stessa. Il suo più grande timore è quello di perdere le persone che ama, questo timore condiziona perennemente le sue scelte. A Naxos la sua paura si concretizza perdendo il suo più grande amore, Stefano. Questo cambia totalmente la vita della protagonista che si trova a combattere con il suo dolore, a valutare quali occasioni cogliere, quali perdere, e soprattutto a esplorare le proprie risorse interiori.
Questa storia della moderna Arianna accompagna il lettore in un viaggio introspettivo. Questo rende magica la narrazione del romanzo, il fatto di riuscire non solo a far entrare il lettore nella storia ma anche a far entrare le vicende di Arianna nella storia di chi legge. L’isola dell’abbandono in fin dei conti è un romanzo sulla responsabilità delle nostre decisioni e sull’inesorabilità del destino.
Elena Gandolfo