Tra controversie e cambi dell’ultimo minuto, il film di Ridley Scott Per tutti i soldi del mondo cerca di riportare alla luce un fatto di cronaca che coinvolse direttamente il nostro paese durante gli anni 70.
Diretto dal celebre regista nel 2017 il film è incentrato sul rapimento, avvenuto il 10 luglio del 1973, del nipote di Jean Paul Getty, magnate petrolifero nonché all’epoca uomo più ricco del mondo. L’allora sedicenne John Paul Getty III viveva a Roma con la madre quando venne rapito di notte da alcuni membri dell’ndrangheta i quali chiesero un riscatto iniziale pari a 17 milioni di dollari. Il nonno si mostrò subito restio a voler pagare la cifra ma un risvolto inaspettato gli fece cambiare idea: la certezza che il nipote stesse subendo maltrattamenti e torture smosse l’animo dell’anziano imprenditore rimasto fino ad allora irremovibile nella sua decisione, tant’è che dichiarò “Ho 14 altri nipoti, e se tiro fuori anche un solo penny avrò 14 nipoti sequestrati”.
Tema centrale del film è infatti la capacità che i soldi possiedono di corrompere l’animo degli esseri umani facendo in modo che la difesa del patrimonio sia più importante persino di fronte alle difficoltà di un parente. Questa lettura del capitalismo, che ben si inserisce nel mondo degli anni 70
segnato dall’instabilità economica, viene interpretata da Christopher Plummer nei panni di Jean Getty, il quale si destreggia come un imperatore tra le proprie conquiste, circondato da costosi quadri piuttosto che dalla propria famiglia.
Plummer, nonostante fu la prima scelta del regista per ricoprire il ruolo, venne inizialmente sostituito da Kevin Spacey, ritenuto più adatto dalla Sony (soprattuto da un punto di vista commerciale). I problemi sorsero quando, a riprese terminate, Spacey si trovò al centro del noto scandalo legato ad accuse di molestie sessuali. Per paura che la sua immagine pubblica minasse quella del film si decise di rimuoverlo nella fase di montaggio e sostituirlo con Christopher Plummer.
Molte sequenze vennero infatti tagliate e si girarono scene aggiuntive, per un costo di 10 milioni di dollari in più, che causarono non poche polemiche. I due co-protagonisti, Michelle Williams nei panni della madre e Mark Wahlberg in quelli di un ex agente della CIA, ricevettero compensi differenti e per questo motivo l’attore decise di donare l’intero importo all’associazione Time’s Up a nome della collega.
Nonostante gli alti e bassi a cui il film è andato incontro, Per tutti i soldi del mondo si sforza di mettere in scena una morale importante, legata al denaro e al valore che esso ha per noi. Si può davvero dire, in questo caso, che i soldi abbiano fatto la differenza? In un gioco di possesso e ricchezza, dove il principale avversario è la perdita di quanto guadagnato, si può correre il rischio di lasciarsi sfuggire dalle mani ciò che nessuna cifra potrà mai comprare, gli affetti personali.
Chiara Monselice