FASHION-BROADCASTING: Il BINOMIO FIRMATO GUCCI

«L’attività di podcasting rappresenta la modalità 4.0 di fare blogging»
Così scrive il filantropo del marketing, Seth Godin, nel suo Seth’s Blog. Ma facciamo un attimo un passo indietro, che cos’è un podcast?

Il termine, nato dalla combinazione tra la particella inglese pod, con cui ci si riferisce all’ipod di Apple e cast, che tradotto significa “diffondere”, indica una modalità innovativa di fare radio: quella on demand.
Questo ci consente di ascoltare il programma, radiofonico o meno, che ci piace, in un momento da noi stabilito, direttamente sul nostro smartphone.

Il fenomeno dal 2018 in poi ha trovato una diffusione tanto spinta da giungere all’orecchio di personaggi come Alessandro Michele, direttore artistico di Gucci. Prima di lui, celebri case di moda hanno avuto la geniale intuizione, parliamo di colossi del fashion della portata di Chanel o Maison Margiela. Ma cos’è che ha spinto la casa di moda fiorentina a seguire la scia del “fashion-broadcasting”? La risposta non è unica.

Innanzitutto, il numero elevatissimo di ascoltatori di podcast, registrati nel 2018 da Nielsen (2,7 milioni), da cui nasce l’esigenza di mettersi in un contatto maggiormente diretto ed intimo con i propri consumatori. Ciò pone le basi per creare engagement, obiettivo cardine attorno cui ruotano milioni di strategie marketing poste in essere dalle aziende, trasmettendo un valore unico in cui rispecchiarsi.

Un altro vantaggio dei podcast è la (quasi) totale assenza del fenomeno della Second Screen Experience. Ne avete mai sentito parlare?
Si tratta di quell’atto da tutti compiuto quando, comodamente seduti sul divano, fingiamo di guardare il programma che “tanto ci interessa” in tv mentre, in realtà, siamo con lo sguardo fisso sulla home di Instagram (ascolto passivo). Ciò non accade all’ascoltatore (attivo) di podcast che, compiendo una scelta deliberata, si focalizza sulla fruizione di quel contenuto.

Creare un podcast è veloce ed economico: basta un microfono, un pc, un software di registrazione, qualche ora a disposizione e tanta creatività.
In venti minuti o poco più, i brand diventano degli storyteller capaci di catturare l’attenzione del proprio target. Il podcast, in questo caso, rappresenta il mezzo più efficace in termini di definizione di Brand Identity, capace di generare un incremento positivo dal punto di vista della Brand Reputation.

Questi sono i principali motivi per cui il due Maggio 2018, Alessandro Michele lancia “Gucci Podcast”.
Attualmente gli episodi sono in totale 30, con una durata che va dai 10 ai 40 minuti. Ogni episodio ospita le diverse “voci” che lavorano a stretto contatto con il direttore creativo della casa di moda e vede, inoltre, la partecipazione di personaggi che incarnano appieno la filosofia dallo stesso promossa.
Gli ultimi 3 episodi si rivolgono agli amanti della cucina “Michelin”, uno dei quali vede lo snodarsi di un’interessante conversazione tra il presidente e CEO dell’azienda Marco Bizzarri e il suo amico di infanzia Massimo Bottura, acclamato chef tre-stelle-Michelin.
Le tematiche sono comunque molto varie, passando dalla musica, in compagnia di Elton John (nel cui caso l’accostamento al fashion non rappresenta sicuramente un ossimoro), al beauty, con la scrittrice Susie Lau. In quest’ultimo il tema centrale è stato il “break the beauty rules” fortemente sostenuto da Alessandro Michele.

In attesa del prossimo episodio, per chi fosse interessato, il “Gucci Podcast” è gratuitamente fruibile su Apple Podcasts, Spotify e Soundcloud.

Greta Coccia