LE TRE DEL MATTINO

Oggi voglio parlarvi di un libro a me molto a cuore, un commovente romanzo di scoperte e formazione. È una delle ultime fatiche letterarie di Gianrico Carofiglio, intitolata “Le tre del mattino”. È la storia di un padre e di un figlio, un racconto sul valore del tempo, un romanzo che sfiora la perfezione. Impossibile non parlarne.

Lo scrittore Gianrico Carofiglio, ex magistrato ormai completamente convertito al ruolo di romanziere, si è fatto ben conoscere con i suoi gialli aventi come protagonista l’avvocato Guerrieri. L’autore, però, ha deciso anche di focalizzare la sua attenzione su generi diversi, come possiamo vedere dal suo penultimo libro dal titolo “Le tre del mattino”, il quale si può inserire a pieno titolo nella categoria dei romanzi brevi.

Il libro racconta la storia di un padre e di un figlio che si riconoscono, o meglio, si conoscono veramente durante un’esperienza che è una prova di resistenza umana. I due protagonisti, infatti, nell’arco di due soli giorni avranno modo di affrontare i nodi irrisolti del loro rapporto, che nel corso degli anni è stato tutt’altro che semplice. Il romanzo si caratterizza per una narrazione in prima persona, la voce narrante è quella di Antonio, ormai adulto, il quale rievoca un momento molto importante della sua vita.

Antonio, da quando era ragazzo, si è dovuto confrontare con l’epilessia idiopatica ed anche con il fatto che i propri genitori si sono separati. Il tempo passa e, negli anni, la malattia sembra migliorare. Si arriva al momento in cui, per avere la certezza che la malattia sia ormai stata sconfitta, il dottore decide di fargli sostenere un esame, oggi vietato, ovvero la “prova da scatenamento”. Padre e figlio dovranno rimanere svegli entrambi per 48 ore consecutive, il tutto senza che Antonio possa prendere le sue medicine giornaliere.

Questa particolare situazione porterà i due protagonisti ad avere un dialogo che in passato non hanno mai avuto, a causa dei loro caratteri così diversi e della situazione familiare. È così che il ragazzo e l’uomo si conoscono davvero, per la prima volta, in una Marsiglia fra quartieri malfamati e spettacolari paesaggi. I due scopriranno luoghi nascosti, ma non solo: si scopriranno a vicenda. Il romanzo è lo svolgimento narrativo di una frase di un racconto di Fitzgerald: “nella vera notte buia dell’anima sono sempre le tre del mattino”.

Non è semplicemente il racconto di una vicenda particolare, ma lo scrittore riesce a farci percepire, tramite ciò, il valore del tempo che passa, la bellezza dell’amore, la forza del talento, i sogni futuri e le illusioni. Ovviamente saranno diversi i passi che vi colpiranno, qui ne vorrei ricordare uno speciale, in cui l’autore, tramite le parole del padre di Antonio, mette a confronto la complessità della matematica con quella della vita: “se la gente crede che la matematica non sia semplice, è soltanto perché non si rende conto di quanto complicata sia la vita”.

Valentina Picinini