NON UN GENIO, NON UN MITO, MA SEMPLICEMENTE UN UOMO

È come Massimo Gregori racconta Leonardo da Vinci nel suo ultimo romanzo “Il mio nome è Leonardo”. Un libro che permette di vedere l’artista lavorare nella sua bottega a Firenze, di osservarlo interagire con Botticelli, Lorenzo de Medici o vederlo dipingere il Cenacolo. 

Iniziamo con due parole sull’autore, nato a Firenze ma vissuto a lungo a Monza. Da alcuni anni abita e lavora sulle colline pisane. Questo è il suo dodicesimo libro. Edito da Il Ciliegio, è un romanzo scritto e pubblicato nel 2019, anno che segna il 500esimo anniversario della morte dell’artista toscano. Inoltre, sempre l’anno scorso, è stato vincitore del premio Brianza

Importante la prefazione: pochi elementi lasciati alla fantasia e un grande studio da parte di Gregori di documenti, saggi sull’artista e scritti dello stesso Leonardo.

Il romanzo è in forma di diario, la narrazione onnisciente. La lettura è scorrevole e piacevole, lo stile vivace e realistico, impreziosito da alcune escursioni in dialetto fiorentino ed espressioni in italiano rinascimentale. L’obiettivo del libro non è di raccontare il lato mitico dell’artista, ma quello umano, meno conosciuto, caratterizzato fin da subito da dolori, gioie e tante avventure

La storia di Leonardo comincia ad Anchiano, cittadina dove nasce e cresce. Caratteristica della sua infanzia è la solitudine e dei genitori poco presenti e anaffettivi. Il bambino è da subito curioso e precocemente talentuoso, e lavora come apprendista alla bottega del Verrocchio, dove instaura amicizie con colleghi artisti che lo accompagneranno per il resto della sua vita. 

Con l’adolescenza e gli anni successivi arrivano le prime committenze, gli scandali sulla sua presunta omosessualità. Il Leonardo maturo è testardo, ambizioso, studioso e intraprende una carriera costellata da tanti successi ma anche alcuni fallimenti che per sempre gli peseranno sulla coscienza, come il volo sulla macchina volante da lui progettata, il dipinto andato distrutto della Battaglia di Anghiari e altre opere incompiute. Richiestissimo in tutta Italia, Leonardo e i suoi allievi viaggiano e soggiornano a Firenze, Milano, Roma.  

Da ultimo in Francia, al Castello di Clos-lucé di Amboise, dove l’artista morirà ormai 65enne, dopo un paio di anni, consumato dalla stanchezza e dal dolore fisico e mentale. 

Gregori presenta un ricco scenario storico della Firenze e della Milano rinascimentali a cavallo tra il XV e il XVI secolo attraverso la descrizione fedele di affascinanti ambientazioni come castelli, corti, e palazzi; di personaggi storici come gli Sforza, i De Medici, il Re di Francia Francesco di Valois, nobili e altri artisti come Michelangelo e Andrea de Predis.

Inoltre, avvicina il lettore al mondo dell’arte spiegando particolari usanze, modalità di realizzazione e tecniche pittoriche all’epoca in voga. Lo scrittore descrive da ultimo il contesto della genesi delle opere più famose che hanno consegnato Da Vinci alla storia: il Cenacolo, la Dama con l’ermellino, la Vergine delle Rocce, la Monna Lisa (per l’artista mai veramente terminata) e tante altre. 

In sintesi, la mia recensione di questo romanzo è senza dubbio da 5 stelle, consigliatissimo. 

Isabella Cristina Pagani