Ormai giunta alla terza stagione, la serie Amazon La fantastica signora Maisel, non sbaglia un colpo e si conferma una delle migliori serie comedy degli ultimi anni.
Superando anche i limiti della seconda stagione, questo terzo capitolo è un vero e proprio trionfo, riuscendo ad allargare i confini del piccolo mondo di Midge – Rachel Brosnahan – e diventando sempre più una serie corale.
La spettacolarità delle scene fa subito capire le intenzioni di Amazon Prime Video, che per La Fantastica Signora Maisel ha fatto investimenti da record, sempre più deciso a renderla una delle serie di punta della sua offerta streaming. Se la seconda stagione si era fermata alla cura della “confezione”, risultando un po’ debole e rallentata rispetto all’esplosiva prima stagione, questa terza parte, alla perfezione della confezione aggiunge un proliferare di trame e sotto-trame travolgenti.
Dal palco del Gaslight, diventato ormai troppo piccolo per contenere il dirompente talento di Midge, passiamo a una tournée al fianco del celebre cantante Shy Baldwin – Leroy McClain -, che le consente di rompere la monotonia della vita casalinga e lasciare il ruolo della madre tradita e insoddisfatta, che di certo non le si addice.
Ad accompagnarla in tour è, ovviamente, Susie – Alex Borstein – in veste di manager, amica e controparte un po’ meno raffinata, ma ugualmente divertente, di Midge. Susie è anche protagonista di una delle tante sotto-trame che si sviluppano in questa terza stagione; il suo rapporto con la celebre comica Sophie Lennon – Jane Lynch -, è uno degli intrecci secondari più interessanti e meglio realizzati, soprattutto se confrontato con quello dell’ex marito di Midge, Joel – Michael Zegen -, che risulta invece un po’ sfocato e incerto.
Poco riuscito risulta anche il nuovo ruolo assegnato ai genitori di Midge che, dopo aver scoperto la vita segreta dei loro figli, si ritrovano nel bel mezzo di una “crisi di mezza età”, poco credibile e decisamente forzata. Ma la credibilità non è di certo la cifra di valutazione più adeguata a una serie del genere. La vita di Midge somiglia più a una favola moderna, che può e deve contenere anche un pizzico di magia e assurdità.
Inoltre, anche i piccoli difetti di scrittura sono compensati dallo splendore della messa in scena, che in questa stagione ci ha regalato alcune sequenze indimenticabili (come quella ambientata nella base militare americana).
La coreografia, però, non è fine a se stessa; alla spettacolarità corrisponde anche un maggiore spessore morale. Oltre al tema dell’emancipazione femminile, centrale sin dalla prima stagione, in questa terza stagione vengono affrontati anche il problema del razzismo e dell’omofobia.
La fantastica signora Maisel non è solo un piacere per gli occhi. Un’iniezione di buon umore e autostima della quale non si può fare a meno!