Da settembre a pochi giorni fa, la galleria Kaufmann Repetto ha esposto i lavori di Simone Fattal, nella sua terza mostra personale “Demeter and Dionysus”.
Simone Fattal è nata a Damasco ed è cresciuta in Siria, terre che sono state per lei come muse ispiratrici; durante i suoi studi di filosofia a Beirut si avvicina al mondo dell’arte e della pittura, dando vita ai suoi primi lavori. Data la situazione critica del Libano, intorno agli anni ’80, si trasferisce in California, dove riversa le sue passioni e suoi interessi nel mondo dell’editoria, aprendo la casa editrice Post-Apollo Press, il cui nome è ispirato al programma spaziale Apollo e con la quale pubblica i lavori di alcuni autori sperimentali, incoraggiando la nuova poesia. Già sul finire del decennio, la sua vena artistica riprende forma e inizia un percorso di creazioni scultoree in argilla, ceramica e gres.
Alla Kaufmann sono state esposte così due tipologie di lavori: i dipinti e le sculture.
I primi sono decisamente interessanti e curiosi perché, pur essendo apparentemente astratti, con l’immaginazione si riesce a capire immediatamente quello che l’artista ha voluto imprimere sulla tela. Risalenti agli anni ’70, sono stati prodotti durante il periodo trascorso a Beirut e si ispirano alla luminosità e al calore del luogo; i toni sono infatti chiari, l’utilizzo del giallo e del rosa è predominante. Ammirandoli, ci si sente quasi a casa, cullati da una sorta di tranquillità e serenità. Tra questi, “The Moon” è sicuramente emozionante, solo con uno sguardo ci si sente catapultati sotto un cielo stellato, ammirando l’intensità della luna e delle stelle; un secondo quadro, molto più astratto ma di grande particolarità, è senza dubbio “Spring in Baghdad”, i cui i colori sottolineano la pace e l’armonia, tipiche della primavera.
Le sculture, invece, sono forse un po’ meno facili da comprendere e sicuramente non creano lo stesso trasporto emotivo dei dipinti precedenti. L’amore dell’artista per questa forma d’arte nasce durante gli anni trascorsi a San Francisco, dopo il suo trasferimento a causa della guerra in Libano. Si iscrisse a una scuola famosa per i suoi insegnamenti nella lavorazione dei materiali, e così fu amore a prima vista: dopo un primo corso, decise di iscriversi all’istituto d’arte e si dedicò alla creazione delle sue prime sculture, che riuscivano ad unificare “corpo e mente”, dando vita non solo ai pensieri rivolti alla sua terra nativa ma anche alle sue emozioni. Le sculture esposte alla Kaufmann sono state tutte realizzate nel 2019 in gres porcellanato e sono di natura figurativa. Per la maggior parte sono la rappresentazione di figure umane, i cui corpi ricordano i personaggi della mitologia e della cultura mediterranea e mesopotamica come ad esempio “Demeter crying over the loss of her daughter” o “Venus”, rappresentazione dell’amore e della bellezza. Più che emozionanti, sono fonte di sapere e riescono a mettere in contatto chi le ammira con le storie e i miti fantastici che hanno accompagnato la storia, fino ad arrivare ai giorni nostri.
Una mostra per cui è valsa la pena una visita approfondita anche per i non appassionati, perché porta il visitatore ad intraprendere un percorso non solo temporale ma anche culturale di grande spessore. Un viaggio tra realtà e fantasia, un viaggio che racconta una storia per cui emozionarsi.
Maggiori info: https://www.kaufmannrepetto.com/
Instagram: @kaufmannrepetto
Alessandra Sala