Toccante e appassionante, “Paula” è uno dei capolavori più belli che l’autrice abbia mai pubblicato. Paula è la figlia di Isabel Allende che, all’età di 28 anni, viene colpita dalla porfiria, una grave malattia che la porterà ad uno stato di coma irreversibile. La madre, per cercare di combattere il tempo e il dolore, scrive lettere alla figlia, con la speranza che questa, un giorno, possa leggerle e sentire di nuovo l’amore che la donna prova per lei.
Il romanzo si svolge tra le stanze di un ospedale di Madrid e i territori del Cile, del Venezuela e della California. L’autrice mette a nudo le sue emozioni, presenta la sua vita dall’infanzia al suo presente, racconta con malinconia i ricordi di un tempo e con sofferenza la situazione drammatica in cui vive durante l’incubo della malattia.
Isabel passa la sua infanzia nella casa dei nonni materni, la Memè, nonna veggente e il Tata, un uomo apparentemente burbero e duro. Gli anni passano tra episodi di vita e aneddoti cileni, fino ad arrivare al “Golpe di stato”, durante il quale Pinochet sostituisce Allende nella guida del paese, fatto che porta l’autrice a fuggire dalla sua patria.
Il passato di Isabel si intreccia con il suo presente e i ricordi riaffiorano mentre tenta invano di aspettare il risveglio della figlia.
Un romanzo non solo interessante per approfondire le tematiche storiche e culturali che hanno investito il Cile, ma anche un’opportunità per analizzare la vita e la morte, l’amore e la tristezza.
“Paula” è una storia che riesce a coinvolgere il lettore e far vivere a cuore aperto le emozioni che l’autrice regala. Isabel Allende, in ogni sua opera, racconta parte della sua vita, si ispira alla realtà e trasmette quelli che sono stati e che sono i suoi reali sentimenti.
“Paula” è una sorta di diario, la cui destinataria purtroppo non avrà mai l’opportunità di leggere ma che riesce a donare ad ogni altro suo lettore un’emozione impenetrabile e autentica.
Alessandra Sala