NELLA TANA DEI LUPI: Una rapina dalle mille sfumature

Siamo in una Los Angeles, capitale mondiale del cinema e delle rapine in banca, che fa da scenario proprio ad una rapina in cui perdono la vita dei poliziotti. Il detective incaricato di indagare sul caso scoprirà che i criminali hanno rubato un furgone vuoto. Non gli resterà altro che scoprirne il motivo e chi si cela dietro questa violenta azione.

Nella tana dei lupi (dal titolo originale Dean of Thieves) è un heist movie, diretto dal regista Christian Gudegast, che vede come protagonisti da una parte il detective Nick O’Brien – interpretato da Gerard Butler   e dall’altra un certo Ray Merrimen – interpretato da Pablo Schreiber – un ex militare da poco uscito di prigione.

Tutto ha inizio con una rapina, nella quale perdono la vita dei poliziotti e i rapinatori invece, si portano a casa un furgone vuoto come bottino. Il detective Nick, chiamato anche “Big Nick”, è a capo di un gruppo speciale di polizia, costituito da soli uomini, che generalmente indaga sui crimini con poca delicatezza preferendo mettere in mostra i loro bicipiti piuttosto che le maniere formali.
Il poliziotto intuisce subito che si tratta di criminali esperti e che dietro alla rapina del furgone vuoto dev’esserci qualcosa di più grande. Grazie a degli indizi arriva ad individuare che l’artefice di tutto è un ex galeotto di nome Merrimen, conosciuto da lui stesso in passato.

Il detective, cominciando a seguire la sua pista, arriva ad incontrare un ragazzo che lavora in un pub ed è coinvolto nella rapina perché appartiene  alla banda di Merrimen e così decide di utilizzarlo al fine di avere più informazioni su ulteriori mosse dei malviventi. Di lì a poco la situazione apparirà più chiara e si giungerà a definire il vero obiettivo dei criminali: rapinare l’unica banca d’America mai rapinata prima, la Federal Reserve di Los Angeles.

L’asse portante della pellicola sta nella sfumata distanza che caratterizza i due personaggi principali: il detective e Merrimen. I loro profili non sono così netti da permettere allo spettatore di fermarsi al cliché che impone di vedere il poliziotto come buono e il pregiudicato come cattivo. In più di un’occasione Big Nick mostra di saper essere violento e poco incline a seguire tutte le regole. Difficile, dunque, schierarsi per un team o per l’altro.
Fondamentali saranno i vari intrecci ed i passaggi decisivi al fine di capire ed interpretare come è stato pensato e attuato il colpo alla banca. Il finale non è decisamente dei più scontati, oltre al piano ideato c’è di più.

Non mancheranno tensioni, suspense, gare continue tra i due schieramenti e colpi di arma da fuoco. Non è un film che si lascia guardare distrattamente, il perdersi anche soltanto un’inquadratura rischia di non rendere comprensibile il piano.

Adriana Pellegrino