«Essere del proprio tempo e dipingere ciò che si vede, senza lasciarsi turbare dalla moda»: è questo il motto di Édouard Manet – grande pittore francese. Oggi scopriamo la mostra dedicata a lui e all’affascinante contesto parigino che fece da culla per la sua creatività e per le sue magnifiche opere.
La mostra si intitola Manet e la Parigi moderna: una galleria di capolavori provenienti dall’eccezionale collezione del Musée d’Orsay di Parigi, selezionati dal suo storico presidente Guy Cogeval, curatore dell’esposizione, in collaborazione con le due conservatrici del Museo, Caroline Mathieu, conservatore generale onorario e Isolde Pludermacher, conservatore del dipartimento di pittura.
L’esposizione, attraverso un nucleo di 55 dipinti (17 di Manet e 40 di maestri coevi) intende celebrare il ruolo centrale di Manet nella pittura moderna. Tra i maestri esposti si possono ammirare, Cézanne, Degas, Gauguin, Monet, Renoir, Signac, Tissot.
A questo importante corpus di capolavori si aggiungono anche 10 tra disegni e acquarelli di Manet, una ventina di disegni degli altri artisti e sette tra maquettes e sculture. Tra le opere più note troviamo Berthe Morisot con un mazzo di violette, Il suonatore di flauto, Il balcone o Il ritratto di Émile Zola.
«Il talento del Signor Manet è fatto di semplicità e di esattezza. Senza dubbio […] avrà rifiutato tutta la perizia acquisita, tutta l’antica esperienza, avrà voluto prendere l’arte dall’inizio, cioè dall’osservazione esatta degli oggetti […] ha dipinto ogni cosa così come la vedeva. Quello di Manet è un temperamento secco, che penetra in profondità». Sono le parole di Émile Zola, amico di Manet, suo grande estimatore, pronto a difenderlo quando i sostenitori della pittura tradizionale ne rifiutarono l’opera. Celebre il ritratto che Manet fece allo scrittore come segno di ringraziamento, “duplicato morale e fisico della persona” che è possibile ammirare nelle sale di Palazzo Reale.
Manet, in maniera del tutto moderna, concepiva la pittura come fedele specchio della realtà: si dedicò al ritratto, alla natura morta, al paesaggio, alle donne, a Parigi, sua amatissima città, caratterizzata da un nuovo modo di vivere nelle strade, nelle stazioni, nella miriadi di nuovi edifici che ne stavano cambiando l’assetto e la natura. Da qui anche il titolo della rassegna “Manet e la Parigi moderna”. Attraverso le opere di Manet e di artisti suoi contemporanei, la mostra intende mettere in risalto quanto innovativa sia stata la sua concezione dell’arte e quanto gli avanguardisti, contemporanei dell’artista, lo considerassero a ragione un caposcuola.
Promossa e prodotta dal comune di Milano-Cultura, da Palazzo Reale e MondoMostre Skira, la mostra sarà aperta fino al 2 luglio. Manet, Degas, Monet, Cezanne e altri maestri del tempo si incontravano nel famoso Café Guerbois, al numero 11 della grande Rue des Batignolles, ogni giovedì, la “nuit par excellence“: “Tornavamo da quelle serate con maggiore convinzione, con idee più chiare e definite”, scriveva Pissarro. La mostra potrebbe fare lo stesso effetto anche a voi CIMERS, soprattutto se muniti di grande attenzione e del passo da flâneur. Non perdetevela!
Paola Debellis