Lavazza

LAVAZZA: UN MARKETING TUTTO ALL’ITALIANA

Una bella mattina del 1895 a Torino, apre la prima Drogheria Lavazza in via San Tommaso. Nessuno aveva idea di quello che sarebbe diventato, ma una cosa era certa: il fondatore Luigi Lavazza era un uomo pieno di inventiva e passione per il proprio lavoro che avrebbe trasformato un nome in un grande impero.

Ti sei mai chiesto come nascono le grandi aziende e come fanno ad ottenere tutto questo successo? Oggi approfondiremo l’origine e la diffusione del marchio Lavazza, scoprendo come riesce ancora oggi ad arrivare al cuore degli italiani.

Origini, consumo di massa e coffee design

Alla fine dell’Ottocento non esistevano miscele per il consumo domestico di caffè, inoltre il suo gusto tendeva a variare sulla base dell’origine e dell’annata di produzione. In questo contesto, l’idea vincente per un business di successo era chiara: riuscire a creare un caffè dal gusto unico e inimitabile, ma come?

Ci ha pensato Luigi Lavazza. Infatti, grazie ai suoi studi in chimica e alla sua passione per il caffè, riuscì nell’intento di creare miscele dai gusti decisi, riconoscibili ed equilibrati – quest’ultimo in particolare è un aggettivo che ancora oggi rappresenta la colonna portante dell’azienda.

Ma Lavazza è sempre stata anche sinonimo di innovazione.

Dopo la prima apertura, gli affari andarono subito a gonfie vele. I listini dei prezzi furono mandati per posta creando una sorta di email marketing, che anticipò di molto i tempi della pubblicità.

Una tappa importantissima fu poi quella del 1937, quando il nome dell’azienda comparì sull’album di raccolta figurine del “Concorso del Leone”. Un primo passo che permetterà ai proprietari dell’azienda di comprendere l’importanza del brand e di ciò che stavano creando.

Un altro punto di svolta avvenne nel 1959, anno in cui, nello stand della Carrozzeria Boneschi al Salone del Mobile di Torino, fece il suo ingresso l’Autobar Lavazza – letteralmente un bar a quattro ruote – inaugurando così un nuovo modo di diffondere la cultura del caffè, sdoganandone il consumo anche fuori dalla propria abitazione.

E così, già verso la fine degli anni ‘70, Lavazza si guadagnò un buon seguito anche oltre le Alpi, in particolar modo in Francia dove trovò grandi estimatori, soprattutto della caffettiera Moka.

E fu proprio in un bar parigino che nacque il famosissimo Calendario Lavazza, un progetto comunicativo e un’opera d’arte fotografica di grande valore, che va avanti ancora oggi e che, nel corso degli anni, ha permesso al brand di esporsi su tematiche sociali importanti come quelle della sostenibilità ambientale.

Il messaggio pubblicitario

Tutte bellissime iniziative, ma cos’è che più di tutto ha permesso al brand di rimanere coerente e rilevante nel corso del tempo? 

Senza dubbio, il suo successo lo si deve all’associazione della miscela con il concetto di “paradiso”. L’utilizzo di tale associazione ha permesso al caffè di acquisire tratti appartenenti ad un mondo ultraterreno e perfetto, inducendo i consumatori ad idealizzare i prodotti Lavazza e garantendo così il costante successo degli stessi. 

Questa fu senz’altro una grandissima intuizione, dato che da sempre l’Italia è stata strettamente legata alla religione – per via della sua convivenza territoriale con lo Stato del Vaticano – ma anche al concetto di famiglia, strettamente connesso al primo. 

È infatti nel 1996 che avvenne la grande affermazione del marchio Lavazza, anno in cui fu lanciato il primo spot della campagna di comunicazione denominata proprio Paradiso. Questa campagna caratterizzò il brand per ben venticinque anni (con un totale di centosessantatre episodi!), legando il caffè a simboli divini e al concetto di italianità attraverso l’impiego di alcuni iconici testimonial, tra cui Tullio Solenghi, Paolo Bonolis, Enrico Brignano, Maurizio Crozza e Luca Laurenti.

Senza dubbio, con oltre 100 anni di storia ed esperienza alle spalle, Lavazza rimane uno dei pilastri e delle eccellenze del panorama economico italiano e dell’industria gastronomica.

E tu, conoscevi già la sua storia?

Marta De Angelis