Lo sport, una tematica in grado tanto di coinvolgere quanto di respingere buona parte della popolazione. In Italia, su una popolazione di 59,11 milioni di abitanti, 38 milioni praticano attività ludico sportiva; dati che fanno comprendere quanto lo svolgere attività fisica rientri nei piani di un numero significativo di italiani.
Non è necessario essere agonisti o i migliori in un certo campo per decidere di occupare parte della giornata andando in palestra, tirando un pallone, correndo, etc… bensì, serve innanzitutto comprendere quanto sia fondamentale per il nostro benessere fisico e mentale avvicinarsi al mondo del fitness. Realtà come quella del CSI (Centro Sportivo Italiano) hanno proprio l’obiettivo di «realizzare esperienze che educhino alla vita attraverso lo sport», nonché desiderano porre al centro del loro lavoro la salute di ogni persona, a 360 gradi.
Chiedere a ragazzi o adulti che cosa rappresenti per loro lo sport è interessante, soprattutto per le risposte più o meno positive che vengono fornite. Infatti, se da un lato c’è chi vede il solo fatto di allenarsi come un obbligo, un motivo di stress e di disagio, uno scoglio insormontabile o una perdita di tempo, dall’altra c’è chi riesce a prenderne il meglio sia dal punto di vista personale che sociale. Solitamente un primo approccio a questo mondo si verifica nella giovane età, quando i genitori decidono di iscrivere il figlio a sport diversi o direttamente quando arriva l’ora di educazione fisica a scuola, tempo in cui il cervello ha modo di estraniarsi, anche solo per poco, dai doveri quotidiani. Non si tratta solo di allenarsi duramente, sudare, faticare e avere come obiettivo il raggiungimento del fisico “perfetto”, bensì significa entrare nell’ottica di doversi prendere dei momenti per se stessi e di mantenere ben attivo il sistema muscolare, liberando la mente dalle pesantezze della giornata. Vero è che il giusto sta sempre nel mezzo, in quanto se è corretto sostenere che sport e salute costituiscono un legame indissolubile, è anche vero che si deve prestare attenzione a non sfociare in una competizione poco sana e logorante. Purtroppo, capita che specialmente da giovani si sostituisca la gioia e la soddisfazione, che dovrebbe derivare dal praticare sport, con l’ansia da prestazione o con lo stress di dover obbligatoriamente raggiungere obiettivi talvolta troppo elevati, così da sviluppare nel tempo una sorta di repulsione verso una certa attività fisica o verso gli sport in generale. Allo stesso modo, può accadere che le pressioni che un ragazzo o un bambino subiscono nel prendere parte a livello amatoriale a qualsiasi sport facciano sorgere in lui insicurezze e paure che si trascinerà nel corso della vita. Il giusto balance tra piacere e risultato agognato è ciò che è fondamentale tenere sotto controllo.
È condivisibile il fatto di associare la parola “sport” a: disciplina, motivazione, energia, salute e condivisione, soprattutto a “condivisione”, la quale costituisce uno degli obiettivi principali dell’attività sportiva. Per esempio, durante il periodo della pandemia sono state proprio le sessioni di workout giornaliere a creare community, legami e relazioni a partire dai giovani fino ad arrivare agli adulti. Si era stabilito un appuntamento fisso, una certezza tra le incertezze che caratterizzarono quei lunghi mesi. Il solo fatto si sapere di non essere soli, di star seguendo delle classi digitali con altre persone in condizioni simili alle proprie, oppure di riuscire a non pensare alla tragedia che si stava vivendo ponendo l’attenzione su qualcos’altro, questo ha apportato un enorme aiuto psicologico. A partire da quegli anni, infatti, è incrementata ulteriormente l’attività degli influencer del mondo del fitness, nonché delle proposte di personal trainer e di coach in merito ai migliori allenamenti da seguire settimanalmente, che hanno invogliato sempre più persone a tenersi in forma.
Una realtà significativa per il mondo dello sport è senza dubbio il CSI, che pone al centro della sua mission «l’uomo nella pratica sportiva, l’attenzione alle fragilità, il vivere il servizio come esperienza di vita». Oltre a permettere a tutti di svolgere attività sportiva, l’obiettivo è quello di portare la positività dello sport in ambiti diversi, che sia con l’organizzazione dello sport in carcere, della contaminazione con lo sport professionistico, del calcio integrato o dello sport in Paesi in cui il fatto di poter avere un pallone con cui giocare non è scontato. Inoltre, sono i promotori di iniziative quali il Winners Cup, un torneo dedicato a giovani pazienti oncologici o da poco in remissione, che è la dimostrazione di quanto lo sport possa essere uno strumento di inclusione eliminando qualsiasi barriera e avvicinando persone differenti.
In conclusione, indipendentemente dai sentimenti personali nei confronti di questo tema, è innegabile quanto lo sport visto e vissuto nella maniera più corretta e sana possibile apporti benefici alla propria salute. Tentare di entrarci e approcciarsi alle sue innumerevoli realtà non solo sarà una piacevole scoperta, ma permetterà di incontrare altri bambini, ragazzi e adulti con cui magari condividere un viaggio, quello del nostro benessere.
Federica Vallazza
