Il lento Carosello del passato e gli spot dell’epoca contemporanea

Da sempre il mondo delle imprese necessita di sistemi pubblicitari per promuovere i propri prodotti ed accrescere le vendite e, naturalmente, tutto ciò che va sotto la definizione di “pubblicità”, si evolve insieme alla società stessa, tanto da rappresentarne sotto taluni aspetti, un’emblematica sintesi.

Nell’Italia del dopoguerra l’arrivo della Televisione venne subito percepito dai grandi brand pubblicitari dell’epoca come un canale di grandissima potenzialità ma, al contrario del modello americano che già all’epoca proponeva una tv prettamente commerciale con continui spot che interrompevano i programmi, data la vocazione educativa e formativa che aveva la nostra RAI, venne sviluppato un programma con veri e propri filmati in cui soltanto la parte finale proponeva il prodotto pubblicizzato: il programma venne battezzato “Carosello”.

Il primo Carosello venne mandato in onda nel 1957 e sarebbe rimasto nella programmazione televisiva della Rai per circa 20 anni, diventando emblema di un’epoca ed accompagnando la società italiana nella sua radicale trasformazione in società industriale-urbana orientata ai consumi di massa. In realtà si trattava di filmati di qualche minuto, talvolta anche in cartoni animati, accompagnati sempre da musiche molto orecchiabili e spesso recitati da attori importanti ed anche diretti da registi di rilievo.

Gli spot proponevano quindi contenuti di valore e venivano peraltro mandati in onda con rigidi criteri di rotazione, tali da non risultare mai martellanti e ripetitivi; la filosofia che stava alla base del programma era decisamente orientata al cliente, al bisogno di assistere a qualcosa che svagasse e divertisse, e che, rimanendo associata all’idea di un prodotto, risultasse efficace negli obiettivi ed al contempo rispettosa del consumatore. La trasmissione ebbe un enorme successo di pubblico, diventando uno dei programmi più amati di sempre ed accompagnando diverse generazioni di adulti e soprattutto di bambini per i quali essa diventò un imperdibile abitudine serale.

Con la fine del monopolio Rai e con l’avvento della tv commerciale gli stili pubblicitari televisivi si sono totalmente trasformati e il lento Carosello (lento come lo era la società di allora, priva delle tante sollecitazioni di oggi) sembra davvero vecchio di secoli. Gli stili di comunicazione contemporanei e le moderne tecnologie consentono prodotti pubblicitari televisivi a volte bellissimi, comunque efficaci e talvolta anche connotati da contenuti di valore ma, ahimè il martellamento è incessante, la programmazione ripetitiva e il rispetto per il telespettatore/consumatore davvero scarso; i messaggi si sovrappongono, la mente si disperde fra le tante proposte e solo pochi spot hanno la capacità di imprimere davvero nella mente il prodotto pubblicizzato.

Il modello Carosello è certamente superato ma chi l’ha vissuto ripensa spesso con nostalgia a quei delicati e primordiali “consigli per gli acquisti” così graditi e ricercati dai telespettatori e…vorrei concludere con una domanda provocatoria…ma quale telespettatore oggi si sintonizza su un canale tv per guardare la pubblicità? Eppure, per il Carosello era così! Meditate pubblicitari, meditate….

Alessia Moretti