PINKCHRISTMAS: CHIARA FERRAGNI E BALOCCO INSIEME PER UN DOLCE NATALE

A Natale si è tutti più buoni: soprattutto Chiara Ferragni e Balocco, con il pandoro più rosa della storia!

Chiara Ferragni ha infatti firmato per questo Natale il pandoro #PINKCHRISTMAS in collaborazione con Balocco. I ricavi del dolce delle feste finanzieranno l’Ospedale Regina Margherita di Torino, e nello specifico contribuiranno all’acquisto di un macchinario che permetterà di esplorare nuove strade per le cure terapeutiche dei bambini affetti da Osteosarcoma e Sarcoma di Ewing.

La collaborazione tra Chiara Ferragni e Balocco non è nuova: già l’anno scorso Chiara è stata ambassador del brand pubblicizzando sui social le sue referenze natalizie. La scelta di Balocco ricade ancora una volta su Chiara con l’obiettivo di aggiustare il proprio posizionamento e raggiungere così il cluster dei più giovani, per il secondo anno di fila, abbracciando questa volta il tema CSR. 

Chiara Ferragni, invece, non è nuova a collaborazioni con seasonal food brand per missioni benefiche: a Pasqua di quest’anno ha infatti lanciato con Dolci Preziosi l’uovo di Pasqua firmato Chiara Ferragni che sostiene I bambini delle fate, Associazione No Profit per l’inclusione sociale dei bambini affetti da disabilità.

La campagna #PINKCHRISTMAS, di grande successo sui social già da inizio novembre, è sostenuta dall’integrazione online-offline, e nello specifico da un piano digital sui canali di Balocco e sul profilo Instagram di Chiara Ferragni. Ma a garantire una forte risonanza all’iniziativa sono soprattutto gli earned media

Infatti, oltre al packaging accattivante, lo zucchero a velo rosa è il vero booster della campagna: il prodotto su TikTok è entrato in tendenza grazie e moltissimi video sull’unboxing del pandoro di Chiara per mostrare il curiosissimo zucchero e recensirne il sapore.

Non mancano però le prime polemiche: alcuni vedono un’incoerenza tra il prodotto e il claim “Fate i buoni”- che porta con sé il concetto di genuinità degli ingredienti di Balocco -, a causa della presenza di coloranti definiti potenzialmente insalubri nello zucchero a velo colorato. Inoltre il colorante E 120 suscita lo sdegno da parte di alcuni in quanto deriva dall’insetto cocciniglia. Inoltre la non totale trasparenza sulla percentuale del guadagno che sarà devoluta in beneficenza aumenta lo scetticismo sui social.

Questa case natalizia è una dei tanti esempi del tentativo dei brand di intercettare il target della Generazione Z attraverso la Corporate Social Responsibility, il supporto degli influencer e i meccanismi di viralità. Ma è anche l’esempio di come non sia facile coinvolgere un cluster di natura diffidente, che ricerca costantemente verità, trasparenza e autenticità.

Giulia Adamo