La Carta di comportamento etico per il settore audiovisivo: il lavoro di una donna per le donne

Sabato 17 settembre 2022 nella Sala della Cavallerizza del Teatro Litta di Milano in occasione del Festival Internazionale del Documentario Visioni dal Mondo è stata firmata la Carta Di Comportamento Etico per il Settore Audiovisivo creata dall’Associazione Women in Film, Television & Media Italia (WIFTM Italia), un’associazione no-profit nata negli anni ‘70 negli USA e arrivata in Italia nel 2018 dove è diventata un punto di riferimento per il settore audiovisivo e media, e firmata da CNA Cinema e Audiovisivo Milano e Lombardia e da ECIPA Lombardia. 

Tra i partecipanti all’evento: Domizia De Rosa, presidente di WIFTM Italia; Francesco Bizzarri, fondatore e direttore del Festival Visioni dal Mondo; Franco Bocca Gelsi, presidente di CNA Cinema e Audiovisivo Milano e Lombardia; Paolo Giacon, rappresentante di ECIPA Lombardia; Diana De Marchi, consigliera del Comune di Milano.

Sull’esempio delle iniziative portate avanti in altri paesi per raggiungere la parità di genere e per contrastare tutte le forme di pregiudizio nel settore dell’entertainment, l’associazione Women in Film, Television & Media Italia ha creato questa Carta per il comportamento etico, che su richiesta potrà essere adottata in tutte le aziende, luoghi di lavoro e di studio del settore audiovisivo a tutela e per la promozione non solo della parità di genere ma anche della diversità sia culturale che lavorativa in tutte le sue declinazioni professionali.

Questa Carta, come afferma la presidente di WIFTM Italia Domizia De Rosa, definisce un luogo di lavoro e di studio accettabile e auspicabile dove le donne abbiano piacere di lavorare o studiare. Un luogo in cui non esistono molestie e più in generale nessuna forma di discriminazione nei confronti delle donne, a partire dalle retribuzioni oggi ancora inferiori a quelle dei colleghi maschi fino alla realizzazione di produzioni audiovisive incentrate su ruoli femminili che veramente siano a tutto tondo, lontani da ogni tipo di stereotipo e rappresentativi di ciò che oggi le donne sono davvero.

Un luogo in cui tutte le zone grigie vengono individuate e portate alla luce superando l’abitudine al silenzio. Un luogo in cui le molestie, i pregiudizi e le discriminazioni vengono messe nero su bianco; un luogo in cui ognuna può far valere i propri diritti senza dover rischiare conseguenze lavorative e sociali; un luogo in cui le donne si riappropriano del loro diritto naturale. 

La Carta di comportamento etico per il settore audiovisivo è disponibile sul sito dell’Associazione Women in Film, Television & Media Italia. Vi invito non solo a leggerla ma a sentirla e interiorizzarla. Solo così sarà possibile combattere l’attuale sistema di discriminazione a discapito delle donne nell’industria dell’audiovisivo e dei media e porre le basi per un futuro migliore. La Carta non deve essere percepita come una legge o una regola da seguire, piuttosto deve entrare nella nostra cultura e diventare realtà quotidiana, questo l’invito della presidente dell’Associazione Domizia De Rosa.

È stato toccante essere presente alla firma della Carta: finalmente qualcosa si muove in un mondo immobile da troppi anni. La Carta, concepita come strumento di prevenzione delle molestie sessuali, degli atti intimidatori e di ogni forma di discriminazione, violenza di genere e body shaming sul luogo di lavoro e di studio, è il frutto del lavoro di una donna per le donne ma non riguarda solo le donne e non è indirizzata solo ad esse. Riguarda ed è indirizzata all’intero nostro tessuto sociale, consapevoli della necessità di dover lavorare tutti uniti, donne e uomini, a un più generale e profondo cambiamento su questi temi.

Come donna e come studentessa del settore audiovisivo desidero ringraziare personalmente la presidente dell’Associazione WIFTM Domizia De Rosa per questa importante iniziativa e per le emozioni suscitate al momento della firma che ha toccato l’intimo di tutti i presenti, non solo noi donne, con la speranza che in un futuro auspicabilmente molto vicino non sia più necessario dover ricorrere alla realizzazione di una carta per sancire il diritto alla parità di genere.

Francesca Romana Tortora