HEALTHY COLOR: UN’IDEA VINCENTE?

Cosa combinano uno stilista d’alta moda, una popstar e un calciatore se siedono alla stessa tavola (di business)? Le risposte sono svariate, volendo prescindere dalla motivazione principe di ogni iniziativa economica, cioè fare i soldi. In questo frangente, però, la risposta è Healthy Color, un nuovo marchio di distribuzione per la cucina di strada che sposa diverse linee di tendenza sincretizzandole in un’offerta che è tutta un concept, un prodotto della più recente corrente teoretica del business model che guarda al bene o servizio offerto a 360 gradi, considerandolo una vera e propria summa di più idee, valori e funzionalità.

È il caso di dare un nome e un cognome ai protagonisti di questa iniziativa economica: Andrea Petagna, attaccante in forze all’S.S.C. Napoli, Sfera Ebbasta, l’autore di hit internazionali come Cupido o Happy Birthday e infine, ultimo citato anche in virtù del fatto che per ultimo si è aggiunto al tavolo degli ideatori del progetto, Marcelo Burlon, la cui attività di stilista vanta collaborazioni con loghi illustri dell’alta moda quali, per citarne uno soltanto, Louis Vuitton.

Di fondo, potremmo considerare Marcelo Burlon come il rinforzo ideologico di quanto rappresentato da Sfera Ebbasta, il quale personifica una delle due sfere significanti dietro al concept di Healthy Color. Al di là dell’assodato sodalizio artistico che da tempo lega la musica rap a tendenze sempre più pervasive di streetwear, lo stilista sopracitato è ben noto anche per la sua collaborazione con KAPPA® (con una linea dedicata alla squadra di calcio napoletana) o con FILA®, lampanti esempi di crossover tra abbigliamento sportivo e design strictu sensu. La sua presenza potrebbe risultare determinante per quegli attributi del prodotto quali packaging and image branding ad oggi fondamentali per il successo complessivo di ogni iniziativa commerciale su larga scala. Tuttavia, il ruolo che la sua presenza gioca è più significativo ancora, considerandolo come un rafforzamento del legame primo che intercorre tra la figura del rapper di Cinisello e il prodotto di marketing partorito dalle loro menti. Ci si riferisce al connubio tra musica rap e fast food, alla dimensione urban o suburban da cui entrambi muovono, alla vita di strada che i tempi correnti hanno in larga parte trasferito da condizione marginale e degli emarginati a stile di vita comune a larghe fasce di popolazione. In questo senso, così come innovativo era stato nell’approccio alla scena italiana, Sfera non si smentisce, andando ad intercettare e chissà forse a settare, il nuovo trend: cioè quello di un’attenzione sempre più presente al tema della salute nutrizionale, che risponde alle esigenze di persone che si trovano “costrette” a pause pranzo-cena per strada ma che non hanno intenzione di ingrossare le fila di fast food sui quali da tempo si è stesa l’ombra della natura tossica dei propri prodotti, al netto delle più recenti campagne promozionali.

Ed è qui che può intervenire la figura di Petagna, che in qualità di calciatore professionista e, dunque, di sportivo ai massimi livelli, può convintamente sostenere l’istanza di un’alimentazione sana e corretta quale presupposto invariabile per il successo nella vita, che sia per i giovani che giocando per strada vogliono fare uno spuntino, o per avvicinare il mondo vario e indeterminato dei frequentatori delle palestre o più in generale come punto di riferimento per tutti gli sportivi.

Insomma, il concept sembra chiaro e ben delineato nella sua dimensione di fondo: proporre un modello di alimentazione che sia fast & healthy, intrecciando le fila di musica, calcio e moda, svecchiando il concetto stesso di street in una direzione meno ghettizzata e più semplicemente urban.

L’offerta alimentare della neonata catena include le più recenti tendenze dell’immaginario culinario compatibili con la natura del project in questione (poke, tartare, wrap, ecc.) oltre a vantare già una collaborazione con la multinazionale Beyond Meat Inc. per gli “healthy burger”. Si tratta di un’offerta coerente con i valori fondanti della cultura dello sport e della musica hip-hop-urban, quali l’apertura ‘spregiudicata’ a culture differenti e il dinamismo (anche quello cromatico, come sottolineato dal nome stesso del brand), guardando avanti ma con un’occhio sempre rivolto alla sensibilità dei fan, che siano di una squadra di calcio o di un’artista intergenerazionale.

Giulio Montagner