@TALKINGTOMYBODY: COME PROMUOVERE L’INCLUSIVITA’ SUI SOCIAL NETWORK

Sara Busi, meglio nota al mondo dei social come @talkingtomybody, è una giovane influencer che parla, senza filtri, della sua esperienza con il bypass gastrico e, in generale, di tematiche importanti come self love, self confidence e disturbi alimentari. Ma non solo: la ragazza milanese conferma d’essere uno dei volti dell’inclusività sui social perché anche attivista della comunità LGBTQ+.

Nella bio di Instagram leggiamo chiaramente il suo mantra:

Qualsiasi cosa tu voglia fare, falla perché ti ami e non perché ti odi”.

Possiamo quindi affermare a gran voce che Sara, con i suoi quasi 40mila follower, è l’influencer di cui avevamo bisogno. Nel corso della sua giovinezza, ha instaurato un rapporto malsano col cibo, fino all’emergere di disturbi del comportamento alimentare (DCA), che rappresentano la seconda causa di morte fra i giovani dopo gli incidenti stradali. Con la pandemia, come se non bastasse, c’è stato un incremento esponenziale. Così Sara invita tutti i suoi follower ad accettarsi per come si è, come riportato in questo post:

Una cosa che ho imparato, e che aiuta tantissimo la mia self confidence, è che dobbiamo essere i primi fan di noi stessi, anche se non è facile all’inizio con il tempo diventa naturale”.

Viviamo ormai in una società che mette il corpo al centro di tutto, anche e soprattutto delle relazioni interpersonali che intessiamo con gli altri. Così facendo, il nostro corpo diventa oggetto di un’attenzione morbosa. Ma in un mondo fatto di canoni di bellezza irraggiungibili e paura di non esserne all’altezza, Sara ha il coraggio di mostrare le proprie fragilità e le proprie insicurezze, come possiamo leggere in queste parole:

A volte mangio così tanto da non riuscire a respirare. A volte mangio così poco che faccio fatica a camminare. Nel mezzo dei due poli opposti c’è un’unica comune: l’ossessione per il cibo”.

La giovane influencer ha deciso di fare della sua esperienza con l’intervento di bypass gastrico e del suo percorso personale qualcosa di pubblico. Il suo profilo Instagram informa e spiega, con lo scopo di combattere body shaming, fat shaming, fat phobia, omofobia e, soprattutto, il loro denominatore comune: l’ignoranza, che alimenta l’odio di cui lei stessa è vittima e testimone. Sara parla anche di dismorfofobia, ovvero la preoccupazione legata alla percezione di uno o più difetti fisici inesistenti o lievi che determina un grave disagio, non riuscendo realmente a capire quali sono le reali dimensioni del proprio corpo.

Il suo attivismo è un modo per dare speranza e conforto a tutte le persone che si trovano in situazioni di difficoltà per il proprio orientamento sessuale o per la propria fisicità. La mission di Sara è anche sfatare alcuni stereotipi come, ad esempio, quello secondo cui grasso è sinonimo di pigro, non sano, privo di forza di volontà.

Sara è anche stata protagonista di una mini-serie voluta da Freeda, un progetto editoriale che celebra la libertà personale e che racconta storie di donne con uno sguardo ottimista. Le puntate dedicate alla sua storia sono disponibili su YouTube e fanno parte di un progetto chiamato “OVER”: la giovane influencer racconta il rapporto col cibo, di come la sua passione per la fotografia abbia aggiunto un tassello importante nell’accettazione del suo corpo, delle difficoltà incontrate nelle attività quotidiane.

Rebecca Corcelli