Sofia Jirau è il nome della ragazza portoricana di appena 24 anni, che è entrata nella storia per essere la prima modella con la sindrome di Down ad aver sfilato per Victoria’s Secret, uno dei brand di moda più famosi al mondo.
Sofia coltiva il sogno di una carriera nella moda da quando era bambina. Già nel 2020 aveva preso parte alla settimana della moda di New York e a diverse pubblicità che hanno anticipato il bellissimo percorso intrapreso adesso. Sofia è tra le 18 testimonial della campagna inclusiva intitolata “Love Cloud Collection”, che vede protagoniste modelle di diversa estrazione sociale e di diversa fisicità. Questa campagna intende stravolgere i canoni della bellezza standard per proiettare il marchio in un mondo più inclusivo. La mission, dunque, è celebrare tutte le donne, senza alcuna eccezione. Pertanto, lo slogan pensato per l’occasione è #NoLimits. Tra le modelle, ad esempio, troviamo anche Miriam Blanco, una ragazza con disabilità.
Ad annunciarlo è stata proprio Sofia sul suo profilo Instagram. Nel post, che la ritrae mentre indossa l’intimo di Victoria’s Secret, la giovane ha scritto:
“Un giorno l’ho sognato, ho lavorato sodo per questo e oggi è un sogno diventato realtà. Finalmente posso dirvi il mio grande segreto: sono la prima modella di Victoria’s Secret con la sindrome di Down!”
È con queste parole che, con fierezza, ha svelato ai suoi followers la svolta della sua carriera.
Inoltre, nel profilo Instagram della modella, la bio è chiara: Sofia si presenta come un “modello ispirazionale” per tutte le persone che inseguono i propri sogni. Il suo mantra, infatti, è che bisogna lavorare duramente per ottenere ciò che si desidera. Da qui, il significato del suo hashtag #SinLìmites: “non abbiamo limiti: né dentro, né fuori”.
Della modella portoricana si è parlato moltissimo negli ultimi giorni perché la sua è una storia che “fa tendenza”. L’arrivo di Sofia nella squadra di Victoria’s Secret segna, infatti, un altro passo avanti sul fronte dell’inclusione per l’azienda, la quale ha ridotto l’attenzione sulle modelle “convenzionali” (anche se non le ha abbandonate completamente). Al loro posto, sono state scelte figure più formose, ma anche donne incinte, paraplegiche, taglie forti e transgender.
Tutto bellissimo se non fosse che stiamo parlando di un brand che negli anni ha raccolto numerose critiche dovute alla promozione di canoni di bellezza inarrivabili, che hanno fatto sentire milioni di donne inadeguate, non all’altezza di essere considerate femminili. Emblematica, ad esempio, la testimonianza di un ex angelo, Bridget Malcolm, la quale ha attribuito la causa dei suoi disturbi alimentari e della sua depressione al clima di tensione e all’ansia di prendere una taglia che l’hanno accompagnata durante la sua carriera in Victoria’s Secret.
Non c’è quindi da stupirsi se per molti risulta difficile credere all’inversione di rotta del brand statunitense, così come molti altri brand. Il mondo della moda ci ha abituati a un ideale di bellezza che non rispecchia affatto la realtà. Tuttavia, negli ultimi anni sono stati fatti alcuni passi nella direzione di una moda più inclusiva, più vera, più rappresentativa delle mille sfaccettatura dell’universo femminile. Si ha assistito così all’emergere di un nuovo trend che può essere identificato con la nozione di body positivity.