SOUND OF METAL: LA SPIEGAZIONE DEL SILENZIO

Vincitore di due Oscar durante l’edizione del 2021, Sound of Metal è riuscito ad affascinare il pubblico raccontando la storia di un giovane musicista e della malattia che l’ha costretto a stravolgere completamente la sua vita.

Sound of Metal, distribuito da Amazon Prime Video alla fine del 2020, è il primo lungometraggio del regista statunitense Darius Marder, già noto per aver curato la sceneggiatura di Come un tuono. L’idea del film è nata agli inizi degli anni 2000 dall’esperienza personale del registra Derek Cianfrance (Come un tuono e Blue Valentine), il quale aveva dovuto abbandonare la passione della batteria a causa di un acufene. Il progetto originale, dal titolo “Metalhead”, era stato accantonato per esigenze lavorative e fu affidato al collega Marder, anche se si riconosce comunque qualche impronta stilistica.

Protagonista delle vicende è Ruben (Riz Ahmed), un batterista che gira di città in città con la sua fidanzata, la cantante del loro duo metal, fino a quando una malattia improvvisa non lo costringe a fermarsi. Nel giro di pochissimo tempo perde quasi totalmente l’udito, divenendo quindi impossibile per lui continuare ad esibirsi ai concerti. Tra le varie opzioni che possiede quella di recuperare l’udito con un impianto cocleare gli sembra la più adeguata, nonostante il costo molto elevato dell’operazione, ma Lou (Olivia Cooke) è preoccupata per via del suo passato di tossicodipendente. Il percorso di accettazione della malattia inizia grazie ad una comunità per persone sorde, in cui impara non solo a comunicare ma anche a prendersi cura di sé stesso e degli altri.

Il film ha ricevuto numerosi riconoscimenti tra cui 6 candidature ai premi Oscar, tra le quali si trova anche quella come miglior attore protagonista. Riz Ahmed è riuscito a restituire un’immagine molto accurata del corso della malattia e delle sue conseguenze, a livello personale e sociale; l’attore si è calato completamente nella parte affrontando non solo lezioni di batteria ma anche quelle per imparare la lingua dei segni.

Il suono gioca sicuramente una parte importante all’interno dell’intera narrazione, dalla musica metal suonata a tutto volume davanti ad una platea di persone fino ai suoni che, per il protagonista così come per lo spettatore, da ovattati spariscono del tutto lasciando spazio all’assoluto silenzio. I toni drammatici enfatizzano la sua condizione, la rabbia e la speranza di poter tornare a vivere, e riescono a fare in modo che lo spettatore si immedesimi completamente.

Chiara Monselice