LA NUOVA CAMPAGNA DI MULTIÒPTICAS: SP FUTURE, PER UNA VITA PIÙ FACILE E RILASSATA. VERITÀ O MENZOGNA?

SP Future: la culla del futuro con schermi integrati! Rilassati sul divano mentre la tecnologia si prende cura del tuo bambino. Ecco la vita facile del futuro! … Ma esiste realmente?

Multiópticas è un brand spagnolo, leader nel settore ottico del Paese. Da 40 anni si occupa di garantire ai propri clienti un’ampia offerta di prodotti adatti a tutte le età e con un buon rapporto qualità-prezzo. In più, oltre a contare con una propria marca di occhiali (MÓ), tiene particolarmente alla salute visiva del consumatore e ciò si riflette sia nella qualità dei prodotti, sia nell’attività solidale che – grazie alla fondazione omonima – garantisce alle persone e comunità più vulnerabili donando occhiali, attraverso collaborazioni con enti prestigiosi nell’ambito della solidarietà. Non risulta quindi inaspettato il fatto che un marchio del genere promuova campagne di sensibilizzazione e, soprattutto, che risulti assolutamente credibile nel farlo, dato che non si tratta di un evento isolato, bensì di un atteggiamento coerente con l’identità del brand.

La brillante idea di Multiópticas è stata quella di creare un brand fake, “SP future” (nell’acronimo è già presente un indizio circa il vero tema dell’iniziativa: la Screen Pollution), con un suo sito e pagina social, che vantava un’offerta di prodotti per l’infanzia, tra cui culle, seggiolini e dondolini, tutti dotati di schermi integrati. In un secondo momento, è stata richiesta la collaborazione di alcune famose influencer (con figli) per promuovere il marchio falso e i suoi prodotti come elementi innovativi e validi per lo sviluppo dei più piccoli e delle loro capacità. Inoltre, è stato ideato uno spot (assolutamente provocatorio) dove un padre si rivolge ai potenziali clienti, mostrando le caratteristiche rivoluzionarie di questi prodotti del futuro e puntando il focus sulla possibilità di rilassarsi per il genitore, lasciando agli schermi il compito, ad esempio, di fare addormentare il bambino.

Ciò che si è generato nei giorni seguenti al lancio della campagna è stata grande indignazione da parte degli utenti di Instagram, followers del brand e delle influencer in questione, i quali erano rimasti scioccati dal potere della tecnologia di entrare nelle case della gente, arrivando persino a dominare anche la vita di un neonato innocente. Ha così preso il via una conversazione, all’interno delle diverse community, che ha aiutato a riflettere, facendo prendere consapevolezza circa la nocività dei dispostivi digitali, soprattutto quando poi è stato svelato il vero obiettivo dell’iniziativa.

Ad ogni modo, ciò che sorprende della campagna in esame non è tanto il contenuto quanto il modo innovativo e d’impatto con la quale è stata concepita. Lo scopo non era soltanto quello di evidenziare il problema dell’uso esagerato degli schermi, quanto quello di generare uno shock iniziale, seguito da una conversazione plurilaterale e da una presa di coscienza generale circa la direzione pericolosa che noi, come popolo digitale, stiamo prendendo. Spesso, infatti, dire direttamente qual è il problema non serve perché le persone non vogliono ascoltare ramanzine, né vogliono sentirsi attaccate, mentre sollecitare la coscienza di ognuno in modo velato può senz’altro centrare l’obiettivo. E infatti così è stato.

Unico appunto da fare alla campagna e, in particolare, allo spot è quello della scelta di un uomo-padre come protagonista dello stesso e come portavoce del brand falso. Perché un padre invece di una madre? Forse, per dare maggiore visibilità alla figura maschile, che, tradizionalmente, viene considerata inferiore, nel suo ruolo di genitore, rispetto a quella femminile. Oppure perché solo un padre, proprio perché ritenuto più superficiale nell’approccio con suo figlio (sempre secondo la tradizione), può lasciarsi persuadere e tentare dall’uso di questi prodotti diabolici. La risposta non è chiara, ma invito tutti a porsela e trarre le proprie conclusioni.

Noemi Triolo