GLI ANNI PIÙ BELLI: UN’AMICIZIA SENZA TEMPO

Gli anni più belli, un film di Gabriele Muccino, uscito il 13 febbraio 2020 e con nove candidature ai Nastri d’Argento, racconta quarant’anni di amicizia (e non solo) tra quattro ragazzi romani.

Nell’incipit di questo drama italiano ci troviamo catapultati agli esordi degli anni Ottanta, quando Riccardo (Claudio Santamaria) viene salvato da Giulio (Pierfrancesco Favino) e Paolo (Kim Rossi Stuart) durante una rissosa rivolta studentesca, aggiudicandosi il soprannome di “Sopravvissuto”, o meglio, “Sopravvisú”. Tra i tre giovani di 16 anni si instaura da subito una forte amicizia che li porterà a condividere ogni nuova esperienza.

Poco tempo dopo, al trio maschile, si unirà l’unica ragazza del gruppo, Gemma (Micaela Ramazzotti), fidanzata dell’innamoratissimo Paolo. La storia di questa compagnia si condensa con la storia italiana in tutte le sue declinazioni, attraversa alti e bassi, successi e delusioni, tutto ciò che ognuno di noi conosce bene, fino ad arrivare ai nostri giorni.

Se all’inizio sembra che nulla li possa ostacolare, ecco l’arrivo dei primi disequilibri quando Gemma, rimasta ormai sola dopo la perdita della madre, è costretta a trasferirsi dalla zia a Napoli. Nel frattempo gli anni scorrono, Giulio diventa avvocato, Paolo insegnante precario, Riccardo padre e marito. Ogni situazione presenta i suoi punti di forza e le sue debolezze, successi nel lavoro, fallimenti matrimoniali, rapporti difficili con i figli.

Tuttavia le loro storie continuano ad intrecciarsi, Gemma ritorna a Roma da Paolo, i due rivivono il loro amore infantile fino a quando questo non deve fare i conti con i problemi della vita adulta. La giovane ormai donna, infelice di quello che ha, intraprende una relazione con l’amico Giulio, spezzando le dinamiche interne del gruppo.

Anche questa nuova storia sembra però fallire, Giulio tradisce a sua volta la compagna e sposa la figlia di un suo ricco cliente, iniziando una nuova vita agiata e lasciandosi così alle spalle le sue umili origini. Trascorsi anni senza frequentarsi, i quattro amici si ritrovano per una cena a casa di Paolo, finalmente sposato con il suo tormentato amore giovanile, tra rimpianti passati e rancori dimenticati.

Come viene detto dallo stesso Muccino, nel suo pressbook del film, il vero protagonista del racconto è il tempo «che segna i personaggi del film, li definisce, li trasforma in qualcosa che trascende dal loro stesso controllo». Sono gli anni che passano inesorabilmente, che levigano i caratteri, che mettono alla prova. Il passato impatta sul presente trasportando con sé le proprie emozioni.

Il lungometraggio vuole, perciò, far leva su un‘amicizia che evolve e diventa consapevole solo con il passare del tempo, matura con i personaggi stessi, con le loro paure ed i loro problemi. Il tutto viene sempre vissuto ed affrontato fino in fondo, in qualsiasi età, senza mai un attimo di esitazione, sottolineando la propria voglia di riscatto tanto sociale quanto personale.

Altrettanto significativo risulta l’andamento ciclico che coinvolge ogni aspetto della vita: la scena conclusiva ci lascia infatti intuire l’avvio di una storia romantica tra il figlio di Gemma e la figlia di Giulio, un nuovo inizio, una nuova storia.

Elisa Bo