UNA GUERRA ATTRAVERSO LO SGUARDO DI UNA BAMBINA

Per primo hanno ucciso mio padre” racconta le vicende di Luong Ung e della sua famiglia durante l’occupazione della Cambogia degli Khmer Rossi tra il 1975 e il 1979; si tratta una storia vera, tratta dall’omonimo libro della protagonista. Un emozionante racconto di una pagina di storia spesso dimenticata. L’aspetto più interessante? Il punto di vista, gli occhi di una bambina.

Vengono narrati i cambiamenti politici e sociali, le torture e la guerra che hanno interessato la Cambogia ma viene dato grande rilievo anche ai personaggi. In particolare, emerge la figura dei genitori della protagonista, estremamente coraggiosi e disposti a sacrificarsi per la vita dei figli.

Tema centrale della storia, forse, è proprio il coraggio: presente in modo diverso in tutti i personaggi principali e, in particolare, dell’autrice e di chi come lei è sopravvissuto e ha deciso di raccontare.

Alcune delle scene più toccanti riguardano l’addestramento militare dei bambini, gli sforzi e le punizioni di quest’ultimi nei campi di lavoro: immagini molto forti e che possono far riflettere anche su questioni attuali.

Il genocidio della popolazione cambogiana rimane spesso in secondo piano nella storia contemporanea, soprattutto in occidente, e questo film ha il merito di mostrare questo drammatico momento storico in modo realistico e allo stesso tempo emotivo, sicuramente grazie alla partecipazione di chi ha vissuto in prima persona le vicende narrate.

La regista, Angelina Jolie, ha coinvolto Luong Ung nella realizzazione, che ha infatti rivestito il ruolo di co-sceneggiatrice e produttrice esecutiva.

In diverse occasioni ed interviste la Jolie ha espresso il forte legame con la Cambogia, da cui provengono alcuni dei suoi figli adottivi e Paese per cui ha organizzato e finanziato diversi progetti umanitari.

Il film è stato distribuito da Netflix a livello globale nel 2017 e rappresenta la più grande produzione mai realizzata nel Paese. La versione originale è interamente in lingua khmer ed è stato scelto per rappresentare il paese agli Oscar 2018 (nella sezione film stranieri) e tra i riconoscimenti annovera anche una candidatura ai Golden Globes dello stesso anno.

Non certo un film leggero ma toccante e con il grande valore di far riflettere e di riuscire a far immedesimare lo spettatore in una storia così drammatica.

Andrea la Gatta