Carnival Row è la serie originale Amazon Video che vede come protagonisti niente di meno che Cara Delevigne e Orlando Bloom. Con al suo attivo otto episodi intensi e magnetici, la serie è stata rinnovata per una seconda stagione.
La storia è ambientata in una sorta di terra parallela, nella città inglese di Burgue in quella che possiamo ipotizzare essere l’epoca vittoriana. È molto interessante il percorso ideativo seguito dagli sceneggiatori che hanno, in un certo senso, traslato sistematicamente gli elementi della “nostra” epoca vittoriana contemporaneamente trasfigurandoli in qualcosa di simile ma differente. Per esempio, c’è una religione dominante che ricorda molto il cristianesimo: però non troviamo Cristo, ma “il Martire” che si è sacrificato non sulla croce, ma viene raffigurato impiccato. Persino il modo di contare gli anni è diverso. Questa scelta causa un senso di straniamento nello spettatore, che però allo stesso tempo è portato a cercare le corrispondenze fra l’una e l’altra terra.
La serie fa parte del genere fantasy noir: troviamo uomini, fate, fauni e altre creature. Perciò, seguendo il ragionamento fatto sopra, queste differenti tipologie di persone sono il corrispettivo delle nostre etnie. Le creature diverse dagli uomini vengono chiamate “critch” in maniera dispregiativa. Essere critch è complicato. In fuga dalla guerra nei loro regni di origine, cercano di rifarsi una vita a Borgue dove possono vivere da persone libere, o almeno così credono. Negli otto episodi della serie infatti c’è un percorso tensivo crescente: è come un grande pentolone in ebollizione con sopra il coperchio, tutti siamo consapevoli che molto presto esploderà.
All’interno della macro-storia, ci sono tutta una serie di percorsi individuali che corrono paralleli fra loro (o almeno così sembra). In realtà, ogni personaggio, critch o umano, è un pezzo di un complicato puzzle. Al centro di questo puzzle troviamo Cara Delevigne e Orlando Bloom: rispettivamente Vignette e Philo, la prima nata e cresciuta nel regno fatato di Tirnanoc e il secondo orfano della città di Borgue. Cos’è un fantasy in epoca vittoriana senza una tormentata storia d’amore?
La performance attoriale di Cara Delevigne, personalmente, mi ha convinto, rivelando un’indubbia maturazione da La città di carta. I personaggi sono molto complessi e letteralmente invasi da emozioni differenti che si alternano nel giro di circa 8 ore complessive della serie. Non solo l’attrice protagonista, ma tutto il cast interpreta perfettamente il rispettivo ruolo dando così l’impressione che i protagonisti non siano solo due. Per esempio, un filone narrativo che ho apprezzato moltissimo è quello riguardante la giovane ereditiera Imogen Spurnrose il misterioso fauno Agreus.
La serie non ha avuto un giudizio unanime: è stata oggetto di pareri discordanti, ma personalmente mi ha convinta. Indubbiamente sono di parte poiché amante del genere, eppure credo sia stato un esperimento interessante. Gli autori hanno messo sotto i riflettori il dramma della segregazione e dell’emarginazione di chi è “diverso” in maniera originale. Per citare parte della recensione di Coming Soon: “Carnival Row si prende la sua nicchia tra le serie fantasy più originali degli ultimi tempi senza voler competere con nessuno”.