Una brillante scrittrice irlandese racconta i complicati e infinitamente umani intrecci relazionali tra quattro personaggi complessi e pieni di sfaccettature.
Uno dei casi editoriali più eclatanti degli ultimi anni porta il nome di una giovane autrice di un paesino dell’Irlanda. Con soltanto due libri all’attivo, Sally Rooney è infatti una delle scrittrici più note del panorama letterario contemporaneo. Durante questa quarantena ho avuto modo di approcciarmi al suo Parlarne tra amici.
Nel suo romanzo d’esordio, pubblicato in Italia da Einaudi nel 2017, la Rooney ci parla di Frances, ventunenne irlandese la cui vita quotidiana si unisce indissolubilmente con quella di altre tre persone: Bobbi, sua coetanea ed ex fidanzata ai tempi della fine del liceo, Nick e Melissa, una coppia di ultratrentenni con i quali le due giovani entrano in contatto quasi per caso, senza sapere l’impatto che quell’incontro avrà nei loro mondi ancora così fragili e poco definiti. Il libro è narrato dal punto di vista di Frances, eppure non si ha mai l’impressione che gli altri personaggi siano secondari. O meglio, in un certo modo lo sono ma ciò non diminuisce l’importanza che hanno, perché è grazie alle relazioni con loro che Frances si definisce come persona.
Parlarne tra amici può essere infatti definito a tutti gli effetti un romanzo sulle relazioni umane, in cui i protagonisti servono a ricordare al lettore quanto la vita di ognuno sia costantemente modellata e ridefinita dai rapporti con gli altri e quanto il rapporto tra due persone trascenda i singoli individui finendo con il coinvolgere anche altri, quegli altri con cui i due soggetti in questione sono più strettamente a contatto. Il fatto che Frances inizi una relazione (che all’inizio pare quasi solo fisica) con Nick, investe infatti anche il modo in cui la moglie di lui e la ex compagna di lei si relazionino con entrambi e anche tra loro.
Le bugie, le conversazioni via chat o e-mail, ma anche la confusione, la paura di essere abbandonati, quella di non essere abbastanza o di essere addirittura in qualche modo sbagliati, rendono questo libro uno spaccato esemplare della vita umana. Non perché i suoi personaggi siano perfetti, anzi, tutt’altro. È proprio il loro essere così poco ideali, così lontani dai modelli da seguire che alcuni romanzi ci propongono, quasi a voler rendere eroici dei protagonisti invece piuttosto comuni, che ce li fa sentire vicini a noi.
Così la gelosia inaspettata di Bobbi e l’inadeguatezza di Nick, che in fondo è la stessa di Melissa, le sentiamo anche un po’ nostre, per non dimenticare la mirabile e complessa umanità di Frances, in cui ogni persona può rispecchiarsi: tutti questi elementi fanno di quest’opera ciò che è.
In una meravigliosa, ingarbugliata rappresentazione della realtà, con abile maestria Sally Rooney ci ricorda il nostro essere costantemente in equilibrio precario, e senza giudizi o moralismi mostra la nostra perpetua tendenza a commettere degli errori. Che poi è quello che in fondo ci rende simili come esseri umani.
Chiara Anastasi