Venezia continua a regalare emozioni agli amanti delle gite fuori porta che, questa volta – come me – hanno avuto la possibilità di visitare DYSFUNCTIONAL, una mostra allestita in occasione della Biennale di Venezia presso la Galleria Giorgio Franchetti alla Ca’ d’Oro.
Il progetto si compone di opere di design da collezione provenienti da 21 artisti della Carpenters Workshop Gallery, inserite all’interno di uno dei luoghi più importanti della città e punto di riferimento per gli appassionati del patrimonio artistico moderno.
“Dysfunctional” ha voluto comunicare la disfunzione, vista come “l’interruzione delle normali relazioni sociali”, invitando il visitatore a riflettere sui rapporti normalmente stabiliti tra “forma e funzione, arte e design, storia e modernità”. Certamente può sembrare un concetto molto complicato ma non lo è affatto! Camminando per la location, infatti, si percepiva chiaramente l’intento di ogni artista, le opere d’arte sono state completamente inserite all’interno dello spazio, così da creare un rapporto unico tra loro.
Durante la visita, ho potuto ammirare le opere site specific, che, perfettamente collocate, sono in grado di instaurare un legame con l’ambiente, superando la separazione teorica tra arte, architettura e design e formando così un tutt’uno.
Tra i tanti lavori, non posso non citare quelli di Virgil Abloh, che si è ispirato alla città lagunare e alla problematica dell’acqua alta; l’artista, laureato in ingegneria e architettura, ha esposto alcuni mobili “sopra la superficie” e altri come lampade, sedie e panche, come immersi nell’acqua, sottolineando la preoccupazione nei confronti dei cambiamenti climatici in atto.
Nacho Carbonell invece, ha creato una vera e propria “foresta” all’interno della corte monumentale, attraverso diverse sculture organiche, che ricordano alberi dorati, anche grazie alla texture scintillante, molto vicina a quella che una volta decorava il palazzo.
L’installazione di Vincenzo De Cotiis, è uno dei lavori che, a mio avviso, meglio mette in luce il tema: la scultura si trova nella sala della mostra permanente, le cui opere vengono riflesse dagli specchi dell’artista, dando l’idea di un vero dialogo con l’ambiente e la sua storicità.
Questa mostra, oltre che ad essere esposta in un luogo di grande valore, ha un dono, quello di mostrarti la realtà sotto un’altra prospettiva, una realtà composta da elementi differenti ma congiunti e in continuo dialogo gli uni con gli altri.
Dysfunctional è stata un’occasione per immergermi non solo nella cultura, nella storia e nell’essenza della Venezia artistica, ma anche per poter sperimentare una nuova concezione di arte, di design e di architettura, capaci (insieme) di emozionare veramente.
Per chi si fosse perso la mostra, è possibile rivedere alcune opere seguendo @carpentersworkshopgallery
Alessandra Sala