41^ FESTIVAL DU FILM ITALIEN DE VILLERUPT: L’ITALIA CHE INCANTA

Dal 26 ottobre all’11 novembre 2018 si è tenuto presso il comune francese di Villerupt l’ormai apprezzatissimo Festival du Film Italien de Villerupt, giunto alla 41° edizione, che porta le pellicole italiane ad essere conosciute ed apprezzate dal pubblico francese.

L’opportunità di assistere ad alcune proiezioni a Parigi mi ha mostrato come il cinema italiano non sia mai stato più vivo, e come esso sia il mondo di tantissimi giovani registi che, silenziosamente, sono arrivati a far sentire la propria voce oltralpe, anche nella Ville Lumière.

Il Louxor-Palais du Cinéma ha ospitato per una giornata alcuni registi e i loro film, in concorso al Festival di Villerupt, permettendo ad un vasto e fiero pubblico italiano di incontrare i realizzatori di opere che hanno tanto da raccontare sul nostro Paese.

Per i film in competizione vi era palio il premio Amilcar, assegnato a registi giovani e talentuosi: la poco più che trentenne Letizia Lamartire si è aggiudicata il premio della giuria con Saremo giovani e bellissimi; il premio della giuria “giovani” è andato a Laura Luchetti per il film Fiore Gemello. Fabio e Damiano D’Innocenzo sono invece stati premiati dalla critica per il loro film La terra dell’abbastanza; Il vizio della speranza di Edoardo De Angelis si è aggiudicato il premio degli esercenti. Il pubblico attribuisce l’Amilcar a Pippo Mezzapesa, per il suo toccante lungometraggio Il bene mio.

Infine, all’attrice Barbora Bobulova è stato riconosciuto l’Amilcar de la Ville, dopo aver rappresentato ben quattro film in questa edizione.

In particolare, sono due le pellicole a cui ho assistito, realizzate da due giovanissimi e talentuosi registi pugliesi: Pippo Mezzapesa e Letizia Lamartire.

Pippo Mezzapesa, ne Il bene mio (presentato al festival di Venezia 75) racconta la storia di Elia (Sergio Rubini), l’”ultimo” rimasto a Provvidenza, un piccolo paese italiano colpito dal terremoto e abbandonato dai propri abitanti. Un film sul rapporto individuale e collettivo con la memoria, e sul modo in cui ognuno di noi si proietta nel futuro quando ha perso tutto. Una comunità che è andata in frantumi perdendo il legame col proprio passato e dunque sé stessa, mentre Elia cerca di raccoglierne i pezzi. Mezzapesa racconta che vi è un “realismo dei rapporti” con la realtà del film: il rapporto di una comunità senza memoria, che vive con la paura del futuro e di ciò che è nuovo.
Tuttavia, grazie all’ostinazione di Elia, gli abitanti ritrovano la strada verso casa, e verso la propria memoria.
Con questo film toccante e poetico, accompagnato dall’interpretazione energica di Sergio Rubini, il regista ha voluto rendere omaggio agli “ultimi rimasti”, che con il loro amore incondizionato diventano i veri custodi della propria terra.

Letizia Lamartire porta in scena la sua opera prima, Saremo giovani e bellissimi, un film musicale realizzato con gli studenti del Centro Sperimentale di Cinematografia di Roma. Un film di una profonda umanità e sensibilità sul rapporto viscerale e quasi amoroso tra Isabella (Barbora Bobulova) e suo figlio Bruno (Alessandro Piavani): una cantante che vive della gloria di un’estate, a tratti ancora ragazzina, e un figlio cresciuto troppo in fretta, che spesso si rivela essere l’adulto.
L’amore per la musica fa da collante tra i vari personaggi, rivelando i sentimenti che a parole è troppo difficile esprimere. La musica ci porta, dunque, a scoprire come la relazione tra madre e figlio cambia, quando l’amore si fa strada nelle loro vite assieme alla voglia e alla necessità di volare con le proprie ali.
Un film emergente delicato, che ci regala un momento di intimità dolce e pieno di affetto.

Il festival, in questa 41° edizione, ha proposto oltre 70 pellicole, tra sezioni di concorso e Panorama, dedicando in particolare un focus alla regione Emilia-Romagna in collaborazione con l’Emilia-Romagna Film Commission e la Cineteca di Bologna. La rassegna comprendeva anche un omaggio a Federico Fellini attraverso la Carte Blanche affidata a Gianni Canova.

Dalle cime delle Alpi alle spiagge meridionali: il Festival di Villerupt celebra ogni anno le eccellenze del cinema italiano e l’entusiasmo di tanti cineasti. Riprendendo le parole di Pippo Mezzapesa a Villerupt: “Per cosa si raccontano le storie se non per emozionare un pubblico? E quello di Villerupt è stato un pubblico speciale, che ha dimostrato tanto calore (…) Viva Villerupt e viva chi è capace ancora di ridere e commuoversi con il cinema”.

Sara Serinelli