Se ti trovi in trincea, durante una Guerra Mondiale, la sera della Vigilia di Natale è una sera come tutte le altre. Ma non quell’anno. Non nel 1914. A Ypres, nelle Fiandre, al secolo nota come “Terra di nessuno”.
Dallo schieramento inglese si sentono rumori provenire dall’appostamento tedesco, l’istinto porta i soldati ad imbracciare le armi. Piano piano il rumore diventa più lieve e docile. Non è un rumore qualsiasi, è una canzone di Natale. Silent Night, nella versione tedesca, chiaramente. Appena alzato lo sguardo, gli inglesi notano qualcosa di strano, qualcosa che prima non c’era. I tedeschi avevano addobbato degli alberi con delle luci e continuavano a cantare. Cosa sta succedendo? E’ possibile davvero o è solo un sogno? Non ci pensano molto e gli inglesi si uniscono ai canti. Poco dopo entrambi gli schieramenti si invitano a vicenda ad uscire dalla trincea. Un po’ di timore c’è, sono pur sempre in guerra. Ma nessuno attacca nessuno, anzi. Iniziano a parlare e scambiarsi regali come bottoni, tabacco e sigarette. Addirittura un soldato inglese taglia i capelli a un tedesco.
Il mattino seguente il clima di pace prosegue ma manca qualcosa. Da qualche parte arriva un pallone. Non si sa se un vero e proprio pallone, forse un insieme di stracci. E i soldati iniziano finalmente a liberare la loro umanità che fino a quel momento era stata oppressa dalla guerra. Tutti rincorrono la palla, all’inizio non ci sono veri e propri schieramenti, ma non importa. Conta essere lì, insieme. Poco dopo, la confusione diventa più ordinata e i due schieramenti iniziano una partita quasi seria. Finirà 3-2 per la Germania, o almeno così pare da qualche lettera lasciata da chi ha assistito a quello che si potrebbe definire un vero miracolo di Natale. Purtroppo, come ben sappiamo, la Grande Guerra era solo all’inizio e i morti da centinaia sono poi diventati migliaia, e infine milioni. Un generale inglese dichiarò: “Uno dei miei ha fumato un sigaro con il miglior cecchino dell’esercito tedesco, non più che diciottenne. Dicono che ha ucciso più uomini di tutti ma ora sappiamo da dove spara e spero di abbatterlo domani”. Ma nonostante tutto, quell’episodio non si cancellerà mai.
Quel giorno di Natale è stato descritto da molte missive dei presenti come il miglior Natale che abbiano mai vissuto. E pazienza se c’è chi non ci crede ancora, nonostante la Uefa abbia commemorato ufficialmente l’evento nel 2014 (esattamente cento anni dopo) e ci siano le testimonianze di chi vi partecipò. Dopotutto, chi non ha la speranza che questo episodio sia accaduto davvero? Il Natale ha regalato a quei ragazzi un momento unico nella loro vita e, forse, unico nella storia delle guerre più importanti mai combattute. E come hanno voluto festeggiarlo? Nel modo più semplice, giocando a calcio. La forza dello sport che prevale su quella della guerra. Esiste un Natale migliore?