Nel mese di marzo è uscito nelle sale cinematografiche il tanto atteso remake della celebre fiaba La Bella e la Bestia e con esso il primo personaggio omosessuale della Disney. Insomma, una vera e propria rivoluzione per la casa di produzione più famosa al mondo.
Si tratta di LeTont (interpretato dall’attore Josh Gad), consigliere e spalla dell’antagonista Gaston, per il quale scopre di avere un debole. Come afferma il regista della pellicola Bill Condon: « LeTont è un personaggio che un giorno vuole essere Gaston e un altro vorrebbe invece baciare Gaston». Dunque si tratta di un uomo confuso e in lui nascono determinate sensazioni. Questa attrazione è piuttosto visibile nella scena in cui, in un pub, LeTont dedica una canzone al suo capo/innamorato elogiandolo e cercando di risollevare il suo triste stato d’animo dovuto all’indifferenza della giovane Belle che è ostinato a conquistare.
L’omosessualità di uno dei personaggi principali della storia non è di certo passata inosservata, soprattutto dal momento che la Disney, nella sua lunga storia cinematografica, non si è mai discostata dal promuovere un’ideale conservativo di famiglia, dal rappresentare i canoni tradizionali del genere.
Fino ad oggi, si è sempre stati ossessionati dalla distinzione tra maschile e femminile, dall’identificare e assegnare loro dei ruoli sociali, tanto da vedere come “fuori dalla norma” tutti quegli individui che vivono in maniera trasversale rispetto ai confini del genere culturalmente e socialmente delineati. Oggi, però, sembra che qualcosa stia cambiando. Sembrerebbe che si stia apprendendo realmente il concetto di genere, ovvero indefinito e in continuo divenire e anche la Disney ha mostrato di voler portare avanti questo ideale ottenendo l’approvazione da parte delle associazioni LGBT (Lesbiche, Gay, Bisessuali e Transgender) che in passato avevano mosso critiche contro la casa di Topolino per l’assenza di figure del “terzo genere”.
La scelta di rivoluzionarsi proprio con “La Bella e la Bestia” non è casuale, dal momento che l’autore delle canzoni di questo film, Howard Ashman, era un gay dichiarato morto di Aids poco prima dell’uscita della pellicola nei grandi schermi. Insomma, quale occasione migliore? E’ un messaggio per dire che essere gay è normale e naturale, sperando che verrà ascoltato in tutti i paesi del mondo, anche in quelli in cui è ancora socialmente inaccettabile o addirittura illegale essere gay: così ha affermato il regista in un’intervista esclusiva alla rivista Attitude. Si tratta di una scelta, quella della Disney, davvero rivoluzionaria e portatrice di un messaggio positivo ma purtroppo destinato ad arrivare a pochi se si considera che in Russia il film è stato vietato ai minori di 16 anni o ancora che in Malesia la pellicola sia stata fonte di grandi proteste data l’esistenza di specifiche leggi che contrastano l’omosessualità e gli spettacoli che la descrivono positivamente.
E voi, CIMERS, cosa ne pensate? Come vedete questa scelta? Ma soprattutto, può essere considerata un primo passo verso l’accettazione di una realtà che per lungo tempo è rimasta invisibile perché oggetto di denigrazione?
Roberta Niro