Separare l’arte dall’artista è un grande dilemma nel mondo dell’arte, poiché sempre più musicisti, scrittori, attori e registi vengono accusati di crimini tremendi.
L’utilizzo sempre più frequente di internet ha permesso di scoprire i crimini degli artisti, mettendo i fan nella posizione di difendere o abbandonare gli idoli che adorano. Ulteriori complicazioni vengono causate dalla cancel culture, cioè la cultura della cancellazione. Si tratta di un fenomeno sociale in cui individui o gruppi di persone vengono criticati, emarginati o boicottati per comportamenti o affermazioni percepiti come offensivi o contestabili.
Negli ultimi anni, sono stati messi sotto accusa numerosi artisti per presunti comportamenti orribili, in parte a causa dell’avvento del movimento #MeToo. Chuck Close, Placido Domingo, Morgan Freeman, Paul Haggis, James Levine, Bryan Singer e Kevin Spacey sono tra i più noti artisti che sono stati accusati di cattiva condotta sessuale. In questo modo, alcuni dei nomi più amati nell’intrattenimento vengono visti sotto una nuova luce.
Roman Polanski, il regista vincitore di tantissimi premi, nel 1977 fu condannato per lo stupro di una ragazzina di 13 anni. A quel punto, era già un regista cinematografico celebre, i cui lavori includevano pietre miliari come Chinatown e Rosemary’s Baby. Non solo rischiava la rovina della sua carriera, ma anche di finire in carcere.
Negli anni successivi, ha continuato a fare film, tra cui The Pianist, che gli è valso un Oscar come miglior regista, e The Ghostwriter, che ha vinto il premio per il miglior film dell’anno, assegnatogli dalla International Federation of Film Critics. Nel frattempo, diverse donne lo hanno accusato di averle abusate sessualmente quando erano minorenni. Nel 2011, ha chiesto pubblicamente scusa a Samantha Geimer, la vittima del suo stupro del 1977. Ma non ha fatto altrettanto con le altre vittime. Nel 2019, Emily Alford, scrittrice per Jezebel, un sito web statunitense, ha scritto un articolo dal titolo: “Roman Polanski, Convicted Child Rapist, Has Been Given Yet Another Award”.
Come consumatori, dobbiamo essere consapevoli di chi riceve la nostra glorificazione, ma è irrealistico pensare di rimuovere completamente questi artisti dal circuito mainstream. Molti sono pionieri nei loro rispettivi campi e hanno avuto un’influenza determinante nel loro campo, senza contare l’impatto che il loro lavoro ha avuto sui fan.
In fin dei conti, dare il giusto rispetto e sostegno alle vittime è più importante di un’opera d’arte. Possiamo riconoscere i meriti degli artisti senza permettere che lo status di celebrità giustifichi e normalizzi abusi e intolleranza.
Martina Tamà
