I risvolti critici della popolarità social. Il caso “Ferragnex”

Tempi di crisi per la famiglia “reale” d’Italia. Chiara Ferragni e Fedez sono passati dall’essere i “Ferragnez” al diventare, secondo i commenti ironici dei social, i “Ferragnex”. La rottura è stata confermata dai due vip dopo che le voci sulla fine della loro storia si erano diffuse, incontrollabili, sul web e sulle maggiori testate giornalistiche nazionali.

Da un giorno all’altro, il mondo perfetto, che l’influencer e il cantante avevano costruito, avendo come base di partenza soltanto loro stessi e la loro immagine, è crollato in mille pezzi. Nessuna minaccia ad anticipare il disastro: la perdita della credibilità di Chiara è stata improvvisa, oltre che inevitabile, dopo la notizia dell’indagine per truffa aggravata, legata alla vendita del pandoro Balocco, seguita dal caso delle uova di Pasqua Dolci Preziosi e da quello della bambola Trudi. La situazione non sembrava potesse peggiorare, fino ai sospetti – poi accertati – riguardo alla fine della relazione con Fedez.

L’“imprenditrice digitale”, come ama definirsi, è “caduta” nella sua stessa trappola, vittima di se stessa e, in qualche modo, anche della diffida di Fedez, che l’ha obbligata a postare le immagini dei figli, Leone e Vittoria, senza mostrarne il viso. Video e fotografie dei bambini erano il suo contenuto principale: il cantante l’ha messa in difficoltà, portandola ad un impoverimento del profilo e, conseguentemente, a una diminuzione dei follower – processo già avviato dopo lo scoop del coinvolgimento di Chiara nell’indagine per truffa.

Ma come si è arrivati a questo punto?

Seguendo le teorizzazioni di Cotter, possiamo leggere l’avventura social Ferragni-Fedez come un vero e proprio progetto imprenditoriale, basato sul self-branding e, quindi, sulla presentazione del sé come qualcosa di autentico. Fondamentale è la creazione di un’intimità comunicativa, che consenta l’immedesimazione e porti all’empatia tra follower e influencer.

La credibilità è spiegata, invece, dalla “source credibility theory”, secondo cui un influencer è ritenuto credibile perché ha competenze e conoscenze, e la “halo effect theory”, che sostiene che un creator ha una sua aura di credibilità, che gli permette di essere ingaggiato, anche in settori in cui non ha una expertise specifica. Per Nisbet e Kotcher, inoltre, un influencer è autorevole non per un potere o un prestigio formale, ma grazie alla sua abilità di fungere da “tessuto connettivo di comunicazione che informa i suoi pari riguardo a ciò che conta tra gli eventi politici, le tematiche sociali e le scelte dei consumatori”.

Chiara Ferragni e Fedez sono riusciti a fare tutto questo, ma il rischio di passare “dalle stelle alle stalle” nel giro di pochissimo è molto alto, per chi ha i riflettori puntati su di sé 24 ore su 24. È vero, i Ferragnez non hanno mostrato tutto: c’è una parte di intimità, di cui chi guarda dall’altro lato dello schermo non sarà mai a conoscenza. Eppure, non è poco quello che hanno lasciato che gli utenti di Instagram vedessero nel corso degli ultimi anni, alimentando un immaginario, che è andato consolidandosi fino a dissolversi di punto in bianco. L’attaccamento morboso di chi si è appassionato a tutti i dettagli della loro storia, però, non è venuto meno, anzi, si è incrementato, cercando di cogliere indizi in ogni immagine postata o appostandosi nei pressi dei luoghi frequentati dai due per capirne di più. E se prima la visibilità era tutto ciò a cui puntare, ora risulta quasi un fattore scomodo. La popolarità social di cui Chiara e Federico godono è passata dall’essere la loro maggiore fonte di guadagno all’essere l’insormontabile ostacolo, che rende impossibile la pretesa di privacy. Non solo: la credibilità dovrà essere ricostruita da capo e con fatica, perché ha lasciato spazio a una reputazione negativa e ad un’immensa sfiducia verso un modello che si credeva fosse indistruttibile. 

Chiara Trio