Ogni giorno usiamo dispositivi che funzionano con delle batterie. Queste, vengono spesso ingerite dai bambini; inoltre, il loro smaltimento non è semplice. Grazie a una recente invenzione italiana potremmo eliminare i punti critici e avvicinarci a un futuro sostenibile. Ma di cosa si tratta?
Stiamo parlando della prima batteria ricaricabile e commestibile al mondo, in inglese edible rechargeable battery, messa a punto dall’IIT, l’Istituto Italiano di Tecnologia.
Essa è rientrata nel numero Time’s Best Inventions, pubblicato dal noto giornale Time ogni anno da ormai due decenni. Nel 2023 la lista contiene ben 200 invenzioni in grado di influenzare significativamente molteplici settori, tra cui il settore energetico e tecnologico.
Come è stata creata una batteria commestibile e qual’è l’impatto che avrà sul futuro dell’energia? Essa è stata realizzata dal gruppo di Mario Caironi, ingegnere elettronico e coordinatore del Printed and Molecular Electronics Laboratory al Centro di IIT a Milano. Gli scienziati dell’IIT hanno identificato coppie redox innocue per l’organismo da impiegare nella batteria, costituite da elementi edibili.
Tra gli elementi contenuti nella batteria commestibile troviamo: la riboflavina, contenuta nelle mandorle e la quercetina, un antiossidante presente nei deliziosi capperi. Per trasportare la carica è stato adoperato il carbone attivo, mentre il separatore è costituito da alghe nori, conosciute dai consumatori di sushi. Inoltre, la batteria contiene la cera d’api e l’oro alimentare, spesso usato per impreziosire dolci e risotti.
Molti dei prodotti utilizzati sono prodotti siciliani di alta qualità (capperi e mandorle), un’altra eccellenza italiana. Naturalmente non è necessario coltivarli appositamente per produrre la batteria, ma si dovrebbero utilizzare scarti alimentari, che renderebbero l’invenzione ancora più sostenibile.
Come funziona una batteria così bizzarra? Funziona a 0,65 V (Volt), una tensione talmente bassa da essere innocua in caso di ingerimento. Essa è in grado di procurare una corrente di circa 48 μA (microampere) per un tempo di 12 minuti oppure pochi microampere per più di un’ora, sufficiente per alimentare piccoli dispositivi elettronici come i led.
La batteria ha l’aspetto di una comune caramella mou, ma in realtà cela una realtà ben più complessa. E’ grande poco più di un centimetro, ma la ricerca si sta concentrando su una riduzione delle dimensioni, fino ad arrivare a una batteria grande quanto una pillola.
Malgrado la batteria sia commestibile e biodegradabile, sarebbe meglio non ingerirla volontariamente. Infatti, gli scienziati ribadiscono che il suo scopo principale è la promozione di energia sostenibile e sicura.
Veniamo ai potenziali utilizzi della edible rechargeable battery:
- monitorare le condizioni di salute grazie a circuiti commestibili, in particolare nel tratto gastrointestinale
- monitorare la conservazione degli alimenti
- creare giocattoli sicuri per bambini piccoli, dove il rischio di ingestione è superiore
Come sottolinea Mario Caironi: «L’elettronica commestibile può fornire soluzioni con funzionalità più semplici, ma utili per monitoraggi di massa, in cui la pillola smart può essere ingerita senza supervisione, perché perfettamente sicura, e poi digerita senza creare rifiuti potenzialmente dannosi per l’ambiente».
Ilaria Ferrara
