«ABBATTERE I MURI: OGNI VOLTA CHE L’HO FATTO SONO SUCCESSE COSE BELLE» – LA TESTIMONIANZA DI ELODIE A SANREMO 2021

Elodie con il suo monologo nudo e reale, ha commosso nella seconda serata: spogliandosi dei suoi scheletri, accogliendo le sue fragilità, dimostrando un coraggio unico, monopolizza il palco di Sanremo.

Scelta come valletta al fianco di Amadeus e Fiorello, nella seconda serata del festival canoro più famoso d’Italia, si dimostra fin da subito poliedrica: canta, balla, presenta, il tutto in maniera così spettacolare da generare sui social più interesse dei partecipanti in gara.

Si riconosce finalmente un superamento di quella logica maschilista e padronale, il purtroppo famoso “passo indietro” delle donne rispetto agli uomini, polemica che aveva investito il Festival l’anno scorso.

Forse non per scelta ma accade comunque: viene riconosciuta un’autorità e una forza a sé alle donne, rappresentate martedì da Matilda de Angelis, attrice, ma anche cantante, con spiccate doti drammaturgiche e teatrali, presentatrice e ballerina e mercoledì da Elodie, che, soprattutto nel suo mash-up catalizza l’attenzione, emoziona e convince, facendo tutto fuorché rimanere nell’ombra.

Ma chi è Elodie? Cantante italiana, classe 1990, diventata famosa con la XV edizione di Amici, e poi conosciuta sempre più grazie alle partecipazioni di Sanremo nel 2017 e nella scorsa edizione. Reduce da mesi di successi con le sue hit che scalano tutte le classifiche, si racconta a cuore aperto al Corriere della sera.

Sincera e onesta parla dei suoi anni precedenti al successo, della sua infanzia a Quartaccio, quartiere degradato di Roma, della sua fuga di casa a 19 anni, della tossicodipendenza dei genitori e della sua vita sregolata. Parla del rimpianto di non aver preso il diploma, della sua mancanza di stimoli e della sua paura di non essere abbastanza e fallire.

Ma di quel contesto difficile apprezza anche le sfumature, dice che è stata come una scuola di vita.

Racconta della rinascita, del rimboccarsi le maniche e dell’investire in quel sogno canoro che tanto agognava. È una storia di resilienza e passione e martedì 3 marzo, a Sanremo, ha testimoniato nuovamente il suo coraggio e la sua forza.

Sono stata la prima ad avere un pregiudizio su me stessa, e questo è sbagliato […] Quello che mi ha insegnato Mauro (Tre, suo maestro e pianista di Jazz, che l’ha aiutata a coltivare il suo sogno), quello che mi ha insegnato la vita, la musica, è che non bisogna sempre sentirsi all’altezza delle cose, che l’importante è farle, avere il coraggio di fare delle cose e poi si aggiusta in corsa. Continua poi dicendo: “Probabilmente non sono all’altezza di questo palco, non sono all’altezza dell’orchestra, non sono all’altezza di tutta questa attenzione ma essere all’altezza non è più un mio problema perché l’altezza è un punto di vista.”

E conclude il monologo, emozionando con la sua cover di “Mai così” di Mina, accompagnata dal pianista Tre.

La canzone che parla d’amore sembra una dedica implicita alla musica, alla quale dice “Forse tu nemmeno hai capito che per me si tratta di amore […] Adesso te ne vai ma so, lo so che tu ritornerai da me”.

Ed è una dedica che ognuno potrebbe far sua, dedicandola alla propria passione, al proprio sogno nel cassetto, promettendo di non abbandonarlo mai, nemmeno quando non si sente all’altezza di questo.

Carolina Battaglini