Film di Scott Z. Bruns basato su fatti realmente accaduti riguardanti un programma segreto di torture portato avanti dalla CIA durante la guerra in Afghanistan, vede come protagonista Adam Driver nei panni di Daniel J. Jones, membro dell’intelligence degli Stati Uniti e Annette Bening nei panni della senatrice Dianne Feinstein.
Il compito di Jones è quello di far luce e chiarezza sul presunto abuso di potere da parte della CIA, che subito dopo l’11 settembre, approvò e mise in atto numerose tecniche di tortura durante i loro interrogatori tra le quali il waterboarding, violando le Convenzioni di Ginevra sul rispetto dei diritti umani.
La senatrice Dianne ordina a Jones di redigere un rapporto che alla fine conterà oltre 7000 pagine, assegnandogli il compito di esaminare fascicoli, dati, dichiarazioni e dossier legati agli interrogatori. Sarà molto dura per lui. La CIA e la Casa Bianca, complici dei crimini commessi, impiegheranno tutti i loro sforzi per reprimere l’indagine e impedire che la verità venga a galla.
Jones, pienamente cosciente della portata storica di questo suo lavoro, rinuncia a tutto.
Rinuncia alla sua vita privata e rischia in prima persona decidendo se attenersi sempre alle regole o intraprendere strade “alternative” per portare a termine un compito per lui fondamentale.
Ad un certo punto del film Jones esordisce con “Mi piacerebbe che non fossimo solo il paese che ha realizzato il rapporto… mi piacerebbe che fossimo il paese che lo ha reso pubblico.”
Ed è proprio per questo che reagisce agli innumerevoli ostacoli che si trova ad affrontare, per far sì che lo Stato riconosca i propri errori, che li ammetta e non si spinga mai più oltre il limite, permettendo alla storia di imparare dal proprio passato.
Scott Z. Burns, in The Report utilizza i canoni del classico film d’inchiesta per esplorare ambiguità e sfumature morali che si trovano sempre in contrasto nella politica e in una qualsiasi forma di potere. Un potere in grado di indurre una sorta di “potenza”, come in questo caso negli interrogatori della CIA, molto pericolosa, fino a perdere di vista la linea che intercorre tra un fine giusto, onorevole e mezzi mostruosi.
Eleny Paolini