Folco Gervasutti è il Corporate Communications and Relations Manager di OneDay Group, il business builder che ogni anno lancia una nuova company o servizio per la Generazione Z o i Millennial. Le principali industry di riferimento sono, al momento, la comunicazione, l’editoria e il turismo.
QUALE È IL RUOLO DEL CORPORATE COMMUNICATION MANAGER ALL’INTERNO DI ONE DAY GROUP?
Il Corporate Communication Manager si occupa di contenuto, relazioni, ovvero, più nello specifico, di strategia di posizionamento con tattiche di ufficio stampa e di media relation, digital communication a livello corporate (Linkedln e Instagram), attività di relazioni istituzionali con le istituzioni territoriali e nazionali, campagne di Corporate Social Responsibility, il sito web, la comunicazione fra una company e l’altra o fra le diverse unit all’interno della stessa company.
COME È ARRIVATO A RICOPRIRE QUESTO RUOLO?
Io lavoro da dodici anni. Quando ho iniziato il mondo era completamente diverso e i social non esistevano, anzi sono stato uno dei primi a utilizzarli, ho proprio fatto la crescita di tutto il digitale. Ho studiato storia e mi sono specializzato con la magistrale in storia delle relazioni internazionali, ho collaborato come giornalista a “Il Giorno”, ma non ho voluto continuare a fare quel mestiere. In seguito ho lavorato in agenzia, ho iniziato in MSL Publicis Group, sono passato in Hill+Knowlton WPP Group, poi in una realtà italiana come Aigo ed infine ho deciso di vedere come erano le aziende e ho iniziato da OneDay.
QUALI SONO QUELLE SOFT SKILL FONDAMENTALI PER IL SUO LAVORO?
Non è un lavoro per tutti, tutti lo vogliono fare, l’offerta è molto più numerosa della domanda, la verità è che poi sono pochi quelli che ce la fanno perché è un lavoro stressante, gli orari sono fluidi, i referenti sono sempre più di uno. Allo stesso tempo però, in un’azienda, tu sei l’unica persona competente nel tuo campo e quindi ti devi comportare anche in maniera consulenziale e allo stesso tempo capire quando sei sopra il tuo capo. Ci vuole quindi tanta pazienza, diplomazia, gestione del tempo e dello stress, capacità di problem solving, tanta comunicazione e infine molta empatia ed umiltà.
QUALI SONO LE PRINCIPALI SFIDE DEL SUO MESTIERE?
Quando ero in agenzia la sfida più grande era poter gestire contemporaneamente più clienti, adesso che sono in azienda la difficoltà è un’altra, ovvero riuscire a far capire che quello che tu stai facendo non è opinabile, è frutto di maturazione di competenze ed esperienza, mentre tutti pensano che la comunicazione sia una questione di gusto personale.
QUALE È STATO IL MOMENTO PIÙ SODDISFACENTE DELLA SUA CARRIERA?
Mi piace la creatività, per cui provo appagamento quando mi capita di lavorare per un cliente il cui business mi interessa poco e riesco comunque a creare qualcosa di accattivante a seconda del pubblico di riferimento. Avevo avuto come cliente la più grande fiera mondiale di condizionatori d’aria e di servizi igienici. Il brief era di riuscire a rendere la fiera accattivante per un target B2C donna. Sono riuscito ad avere un’idea creativa e allo stesso tempo notiziabile che finì per essere pubblicata persino su Vanity Fair. Più recentemente, trovo sia stato un importante successo tutto il percorso di riposizionamento per ScuolaZoo, portandolo dall’essere solo una piattaforma di divertimento a far percepire invece, a un pubblico più adulto, che ScuolaZoo è il media di riferimento, accreditato e credibile per un’intera generazione di giovani, capace di avvicinare i ragazzi a brand, istituzioni e tematiche sociali, come per esempio il bullismo: con una campagna di Branded Entertainment dedicato abbiamo vinto un premio Internazionale per la comunicazione aziendale.
RISPETTO AL SUO RUOLO CI SONO DELLE MANSIONI CHE HANNO PERSO DI IMPORTANZA, QUALI SONO INVECE QUELLE CHE NE STANNO ACQUISENDO SEMPRE DI PIÙ?
Ai nostri giorni, le conferenze stampa sicuramente hanno perso molto di importanza, questo a causa di uno svuotamento delle redazioni. Più interessante è la costruzione del contenuto come osservatorio di scenario. Tutto il mondo degli eventi stava scomparendo, mentre oggi sta risalendo nuovamente la china, grazie a quel connubio fra esperienza reale e narrazione digitale del singolo che trasforma ognuno di noi in editore di se stesso. Le Digital PR hanno un impatto sempre meno rilevante su awareness e reputation, così come l’Influencer marketing, nonostante sia ancora molto richiesto da determinate industry, come quella del beauty e del fashion. Il loro valore aggiunto però, diventa identificabile solo se contestualizzato all’interno di una strategia di Branded Content o Branded Entertainment mirata, in cui è il brand stesso a delineare la regia stilistica comunicativa e l’influencer o blogger ne diviene l’attore protagonista. Questo significa che il futuro vedrà ogni brand o azienda ad essere un vero e proprio media dove la leva principale sarà il digitale in tutte le sue forme perché è efficace, efficiente, veloce e poco dispendioso…
COME PENSA POSSA EVOLVERSI LA SUA PROFESSIONE NEL FUTURO?
Penso che il “Purpose” come si vuole dire ora, che non è nient’altro che la Vision, Mission e Valori di un’azienda, saranno la guida della Cultura interna, della presentazione esterna e della metodologia per creare business di ogni realtà. Il Purpose è l’unico modo per far incontrare su un campo comune brand e target di riferimento e quindi non può essere né afferito alle HR, né al Marketing, troppo incline alla pubblicità e promozione. È la comunicazione, tradizionalmente campo neutrale fra la promozione e l’informazione di valore, che può trovare un ponte paritario fra i due mondi, con logiche stilistiche forse più di marketing che non di classica comunicazione corporate, ma cambia la sensibilità del professionista, che si concentra più sulla creazione di valore pieno piuttosto che del mero fatturato e del numero ad ogni costo.
MEGLIO AVERE UNO SPIRITO COLLABORATIVO O COMPETITIVO PER INTRAPRENEDRE QUESTA PROFESSIONE?
Non puoi assolutamente essere competitivo nella comunicazione, puoi essere tanto competitivo con te stesso, ma essere competitivo con gli altri facendo comunicazione non va bene.
COSA NON DEVE MAI MANCARE SULLA SUA SCRIVANIA?
Non vado mai in giro senza il mio taccuino e scrivo sempre a matita. In mondo sempre più digitale è difficile poter “toccare con mano” la propria creatività. Ecco che il mettere nero su bianco, su un supporto fisico i propri pensieri, idee e progetti, rende tutto più umano. Per me carta e matita non perderanno mai la loro importanza creativa e, perché no, anche un po’ sentimental-romantica.
Valentina Picinini