Era un dopopranzo settembrino, in un’aula affollata e ancora afosa si svolgeva la seconda lezione di Media studies and cultural history tenuta dalla professoressa Mariagrazia Fanchi. Due elementi, di non pari rilevanza, stemperavano il clima: un timido ventilatore, in un angolo, e la curiosità generale verso il tema trattato. Continua a leggere
