Qualche mese fa Spotify è stato al centro dell’attenzione mediatica per via della decisione aziendale di bloccare tutti gli account Premium “craccati” che illegalmente, senza il pagamento dell’abbonamento mensile, permettevano l’accesso a uno streaming di musica illimitato e ininterrotto dalle pubblicità. Questa mossa, molto probabilmente finalizzata a “ripulire” l’immagine di Spotify agli occhi degli investitori, ha infiammato il web, soprattutto i fruitori della versione craccata. Continua a leggere
