Arlo

ARLO E IL CORAGGIO DI CREDERE IN SE’ STESSI

Nel viaggio di crescita che ogni persona affronta, la scoperta della propria voce interiore è forse il passaggio più delicato e potente. Arlo, il dolcissimo film Pixar, riesce a raccontare in modo poetico e profondo l’evoluzione di un personaggio che parte da un senso di inadeguatezza paralizzante e arriva a una consapevolezza piena di sé e del proprio valore. Un vero e proprio viaggio di empowerment.

Arlo, un piccolo dinosauro insicuro e goffo, si confronta con un mondo pericoloso che lo obbliga a mettersi alla prova.

Non ha la forza fisica dei fratelli, né il coraggio del padre, ma durante il percorso impara a riconoscere le proprie risorse interiori, a prendere decisioni autonome, a superare la paura del giudizio e dell’errore. Questo cambiamento non avviene in modo lineare, ma attraverso un’esplorazione emotiva che rispecchia perfettamente il tema dell’autoconsapevolezza.

Arlo rappresenta l’incarnazione della soft skill dell’autoefficacia: la fiducia nelle proprie capacità di affrontare ostacoli e gestire le proprie emozioni.

È anche un esempio prezioso della gestione della complessità emotiva: Arlo non reprime il dolore, la rabbia o la paura, ma li attraversa e li trasforma in forza. Perché la capacità di riconoscere e dare senso alle proprie emozioni è alla base di una comunicazione efficace, di relazioni sane e della leadership empatica.

Il rapporto con Spot, il bambino selvatico che lo accompagna, è un altro elemento chiave.

Nonostante siano “diversi”, imparano a comunicare senza parole, costruendo una relazione profonda basata su ascolto, fiducia e rispetto. Un bellissimo esempio di empatia non verbale e collaborazione, che rientra nelle skill fondamentali per i contesti di lavoro contemporanei.

Inoltre, il film ci mostra come l’autostima non sia qualcosa di innato, ma una costruzione continua, frutto di tentativi, fallimenti e piccole vittorie. Arlo cade, sbaglia, si perde – ma è proprio attraverso queste crisi che si forma la sua identità. Questo ci ricorda quanto sia essenziale, anche nella vita professionale, saper accogliere l’errore come parte del processo e non come una condanna.

Il cambiamento interiore di Arlo può essere letto anche attraverso la lente dei sistemi rappresentazionali: all’inizio, il piccolo dinosauro sembra vivere in uno schema prevalentemente visivo, dominato da aspettative esterne e immagini ideali. Solo dopo l’incontro con Spot inizia ad ascoltare il proprio corpo (cinestesico), le emozioni (interiori) e infine a costruire il proprio modo di vedere il mondo, più autentico e non più ereditato dagli altri.

Arlo non è solo un film per bambini, ma una piccola lezione di vita sulla possibilità di rinascita personale.

È un invito a tutte e tutti noi – studenti, lavoratori, individui – a guardarci dentro con più tenerezza e coraggio, e a ricordarci che la vera forza sta nel riconoscere chi siamo davvero, anche quando tremiamo.

Non serve essere i più grandi o i più forti. Serve solo scegliere, ogni giorno, di crederci un po’ di più.

Beatrice Vendramin