“READY PLAYER ONE” E LA RESILIENZA: VINCERE NEL VIRTUALE, IMPARARE NELLA REALTÀ

“READY PLAYER ONE” E LA RESILIENZA: VINCERE NEL VIRTUALE, IMPARARE NELLA REALTÀ

Nel 2018 Steven Spielberg ha portato al cinema Ready Player One, un film tratto dal romanzo di Ernest Cline che, tra avventure mozzafiato, gare futuristiche e riferimenti nerd, racconta molto più di un semplice videogioco. In un mondo in crisi ambientale e sociale, la vera sfida non è solo dentro OASIS, la realtà virtuale dove tutti cercano rifugio, ma fuori: nella vita vera. Qui entra in gioco una delle soft skill più importanti e sottovalutate di sempre: la resilienza.

Cos’è la resilienza (nel mondo reale)?

Essere resilienti non significa “essere forti sempre” o “non cadere mai”, ma sapere come rialzarsi. La resilienza è la capacità di affrontare le difficoltà, di adattarsi ai cambiamenti e trovare nuove strategie quando le vecchie non funzionano più. È una competenza emotiva e mentale fondamentale, specialmente in un contesto in cui l’innovazione digitale, i cambiamenti climatici e le crisi sociali richiedono risposte nuove e coraggiose.

Parzival e la forza di continuare

Nel film, il protagonista Wade Watts (Parzival) è un ragazzo senza grandi possibilità economiche, che vive in un mondo devastato. La sua unica via di fuga sembra essere OASIS, una realtà virtuale immersiva. Ciò che lo distingue non è solo la bravura nel gioco, bensì la tenacia, la capacità di non arrendersi di fronte agli ostacoli. Anche quando tutto sembra perduto, Wade continua a cercare soluzioni, a chiedere aiuto, a credere in qualcosa di più grande.

“La resilienza non è un superpotere. È una scelta quotidiana.”

Questa frase, pur non venendo pronunciata nel film potrebbe racchiuderne pienamente il senso, riflette ciò che Wade rappresenta: un ragazzo comune che, attraverso sfide difficili, scopre dentro di sé la forza di andare avanti, reinventarsi e lottare per un mondo migliore.

Virtuale vs Reale: dove si allena la resilienza?

Il film trasmette anche un messaggio interessante: la tecnologia non è il problema, tutto dipende da come la utilizziamo. L’OASIS può essere una via di fuga, ma anche uno strumento di crescita. Wade capisce che la vera vittoria non è solo battere il “gioco”, ma costruire relazioni autentiche, prendere decisioni difficili ed esporsi nel mondo reale.

Allenare la resilienza oggi significa:

  • accettare le proprie fragilità senza vergogna
  • saper chiedere supporto quando serve
  • costruire reti di relazioni sane (online e offline)
  • imparare dagli errori, invece che evitarli

Un messaggio per i giovani (e non solo)

Ready Player One parla a tutti, ma in particolare ai giovani che oggi vivono tra due mondi: quello reale, spesso incerto, e quello digitale, sempre connesso ma a volte disorientante. La resilienza è la chiave per “navigare” tra questi due universi senza smarrirsi.

“Solo chi non scappa da sé stesso, può davvero cambiare il mondo.”

Il film lo mostra con spettacolarità, ma il messaggio è semplice e potente: non serve essere eroi per essere resilienti. Serve essere umani.

Rosa Giuffrè