Maria Pizzillo, laureata in Economia indirizzo statistico all’Università Bocconi, è attualmente Senior Sales Manager presso Disney Experiences Italia. Durante la nostra attività di job shadowing, svolta presso The Walt Disney Company, le abbiamo chiesto di raccontarci la sua esperienza all’interno dell’azienda.
Qual è stato il percorso accademico che le ha permesso di essere oggi una senior sales manager?
I due aspetti determinanti per arrivare a occuparmi di strategia sono stati una formazione fortemente numerica, che mi ha permesso familiarità e velocità nelle analisi e lo sviluppo di un pensiero strategico, e una certa fortuna nella scelta universitaria e nelle opportunità che mi ha dato.
Inoltre, ho fatto la mia prima esperienza presso IBM (multinazionale statunitense), che è stata un’ottima scuola, perché mi ha fornito le basi fondamentali per costruire un metodo e mi ha permesso una formazione e un’immersione totale nel mondo del lavoro.
Quindi, quali sono secondo lei i vantaggi e gli svantaggi di lavorare in una multinazionale?
Un vantaggio, soprattutto all’inizio della propria carriera, è il buon costume delle multinazionali di avere dei programmi di mentorship dove si possono prendere dei senior come punti di riferimento per capire come muoversi. Ma un altro aspetto estremamente positivo è il fatto che si può avere sin da subito una visione molto ampia delle varie divisioni e dei vari percorsi professionali, in modo da indirizzare consapevolmente la propria crescita.
Lo svantaggio principale, invece, è che c’è difficoltà a emergere, soprattutto se l’azienda non è pronta a dare l’opportunità di farti fare un salto in alto nella tua carriera.
Come pensa sia cambiato il suo lavoro nel tempo? E quali crede possano essere gli sviluppi futuri?
Ci sono degli aspetti che per chi lavora nell’ambito commerciale sono fondamentali e non cambiano mai e sono quelli della relazione: bisogna investire tanto nella propria capacità relazionale perché, almeno in Italia, il business del turismo è ancora fondato sulle relazioni.
Ma è importante anche riuscire a individuare i nuovi orientamenti e anticiparli, essere curiosi, guardare quello che viene fatto anche al di fuori del proprio settore e individuare fonti di ispirazione in persone che fanno lavori diversi.
Pensa che l’intelligenza artificiale possa avere degli impatti sul suo ruolo?
Secondo me l’intelligenza artificiale nel commercio potrebbe e probabilmente andrà a ridimensionare il contatto al pubblico. Il che non deve significare sostituzione e perdita di posti di lavoro, ma riconversione verso altre professionalità.
Però penso che, ad oggi, non siamo ancora al punto di poter sostituire il pensiero creativo umano, neanche con l’intelligenza artificiale generativa.
Cosa le piace di più del suo lavoro e quali sono le sfide principali?
Quello che mi piace di più è «l’insondabile essere umano»: il nostro obiettivo è convincere qualcuno a fare qualcosa e ogni volta è una sfida perché non esiste la formula perfetta per tutti e questo pone continuamente in discussione ed è ciò che mi permette di non annoiarmi in quello che faccio, per cui nessun giorno è uguale al precedente.
Secondo lei qual è l’atteggiamento dell’azienda nei confronti dei giovani?
È un momento in cui le aziende hanno preso consapevolezza del fatto che il mondo fuori va molto più veloce di ogni corso di aggiornamento all’interno e quindi si vede l’ingresso di molte persone giovani. Questo è fondamentale perché, soprattutto in aziende consumer come Disney Experiences, per catturare l’attenzione dei giovani servono altri giovani che parlino lo stesso linguaggio. Mi piace, quindi, che questa apertura sia anche dettata dal basso: è il consumatore che chiede alle aziende di svecchiarsi e quindi è giusto che ci sia un cambio generazionale veloce.
Quali consigli sente di dare ai giovani che vorrebbero entrare nel mondo del sales management?
Sicuramente bisogna avere una mente analitica, perché quando ti interfacci con figure senior, l’inconsistenza emerge e svuota di valore anche l’azienda che rappresenti, quindi è importante essere strutturati.
Io non ho fatto il classico percorso perché sono partita da un ruolo di analist e mi sono poi ritrovata a ricoprire un ruolo di sales manager, ma posso dire che è stata una grande scuola. Per questo, consiglio di arricchire il proprio percorso lavorativo con ruoli differenti: ampliare la propria visione è ciò che mi permette oggi di interfacciarmi con i colleghi di altri reparti.
A cura di Chiara Tosello
In collaborazione con Chiara Origgi e Antonella Tedesco
