LA CHIAVE DEL SUCCESSO DELLE AZIENDE DI OGGI È L’EMPATIA.

Essere in grado di saper ascoltare e comprendere il prossimo, immedesimandosi nei suoi stati d’animo e nella sua emotività, sta divenendo un aspetto sempre più centrale nel contesto lavorativo e universitario.

Empatia, dal greco en-pathos, sentire dentro: “è la capacità di porsi nella situazione di un’altra persona o, più esattamente, di comprendere immediatamente i processi psichici dell’altro” (Treccani, n.d.).

Spesso si pensa all’empatia come una qualità o una peculiarità di una persona. In realtà, l’empatia è considerata una vera e propria dote e oggigiorno rappresenta una soft skill strategica, enormemente ricercata all’interno del mondo del lavoro.

La maggior parte degli studenti di età compresa tra i 23 e i 26 anni è normalmente interessata ad intraprendere un percorso lavorativo, a seguito del conseguimento della laurea. Questa fascia d’età coincide attualmente con la cosiddetta “Generazione Z”, una generazione molto attiva e affezionata alle tematiche riguardanti la salute mentale, tra cui la ricerca del benessere all’interno dell’ambiente lavorativo, del giusto equilibrio tra vita privata e vita professionale e della flessibilità degli orari. Un’atmosfera positiva all’interno di un’azienda, infatti, non solo contribuisce a migliorare l’umore dei dipendenti, crea anzi un senso di appartenenza aziendale, migliora i rapporti all’interno del team, fornisce la giusta motivazione e aumenta la produttività degli individui. Tutto questo è possibile grazie alla pratica dell’empatia.

L’empatia sta alla base delle relazioni interpersonali. È definita come una forma di intelligenza emotiva, cioè l’insieme delle capacità legate alla sfera più emozionale e sensibile della persona, che consentono di leggere, capire e gestire le emozioni proprie e altrui. All’interno dell’ambiente lavorativo è necessaria per permettere agli individui di instaurare dei rapporti sani ed equilibrati. In un’azienda, infatti, ogni singolo dipendente è prima di tutto una persona, caratterizzata dalle proprie peculiarità, dai propri tratti emotivi, dalle proprie fragilità e dal proprio vissuto. 

Di conseguenza, la performance professionale non può che essere condizionata dalla dimensione più emotiva e sensibile di ognuno di noi: spesso può capitare che un’incomprensione con un proprio collega possa suscitare malumore, rendendo più complesso lavorare con razionalità, senza remore. Confrontarsi con chi ci sta attorno, cercando di trovare un punto d’incontro, è fondamentale per consentire ai membri del team, con cui si collabora, di condividere parte della propria emotività, a favore di una relazione sana e di rispetto reciproco.

L’empatia si può, inoltre, definire come la chiave attraverso cui è possibile ascoltare attivamente i nostri interlocutori durante uno scambio di opinioni, in occasione di discussioni o per affrontare situazioni di disaccordo, che possono scaturire con i propri colleghi, nonché con le persone con cui trascorriamo gran parte della nostra quotidianità, con l’intento di ottenere delle soluzioni condivise e costruttive. Dialogare con tranquillità e immedesimarsi in chi ci circonda ci consente di accogliere apertamente punti di vista molto differenti, con il vantaggio di comprendere a fondo il pensiero altrui, evitando dunque di considerare solo le proprie convinzioni e le proprie prospettive.

L’empatia è una dote, che si può coltivare e allenare. I giovani d’oggi si sentiranno liberi di potersi esprimere solo se all’interno di un’azienda percepiranno ascolto e comprensione. Questo contribuirà indubbiamente ad aumentare la loro produttività, la creatività e la capacità di problem solving. Per poter contare sulle nuove generazioni e sul valore aggiunto, che queste possono portare ad un’azienda, è necessario comprendere che l’empatia è una soft skill indispensabile per far sì che l’individuo si senta accolto, compreso e unico e quindi essenziale per il raggiungimento degli obiettivi aziendali.

Beatrice Tornatore