COME LA PUBBLICITÀ STA INVADENDO LO STREAMING

La maggior parte dei consumatori ha abbandonato la televisione per non dover vedere più la pubblicità. Ora gli annunci pubblicitari, che speravano di evitare, stanno tornando nelle piattaforme di streaming. Come si è arrivati a questo punto?

Quando i servizi di streaming sono arrivati sul mercato, parte del loro fascino era la scomparsa della pubblicità. Molti spettatori hanno abbandonato la televisione lineare per poter guardare i programmi senza interruzioni, abbonandosi a servizi come Netflix. Proprio per questo motivo, Netflix ha rivoluzionato il panorama aziendale dei media, offrendo ai consumatori un’esperienza completamente nuova e on-demand

Tuttavia, le piattaforme di streaming, dopo aver attirato le persone con la promessa di un’esperienza di consumo migliore, più economica e dopo aver ottenuto un numero notevole di abbonati, stanno aumentando le tariffe introducendo più pubblicità per far pagare sempre di più ai clienti con l’intento di di aumentare i ricavi. Uno dopo l’altro, Netflix, Disney+, Peacock, Paramount+ e Max hanno aggiunto spot pubblicitari di 30 e 60 secondi all’interno di abbonamenti con un costo leggermente inferiore. Amazon ha attivato le pubblicità di default e gli eventi sportivi in diretta su questi servizi includono interruzioni pubblicitarie integrate, indipendentemente dal prezzo che si paga.

I consumatori possono evitare la maggior parte delle pubblicità, semplicemente pagando un costo maggiore. La maggior parte dei servizi di streaming offre ancora una versione senza pubblicità, come Amazon, che richiede agli abbonati di pagare in più al mese per saltare la pubblicità. Apple TV+, invece, continua a offrire solo un’esperienza senza pubblicità.

Questo cambiamento arriva mentre molti servizi di streaming affrontano enormi quantità di debiti. Ciò è dovuto al costo degli investimenti dei contenuti e ad altre spese che le piattaforme hanno sostenuto per espandere le loro librerie multimediali e competere con altri servizi sul mercato. Per questo motivo, i servizi di streaming stanno puntando su modelli supportati dalla pubblicità e su prezzi di abbonamento più alti. Hulu e Disney+  hanno aumentato i prezzi delle loro opzioni senza pubblicità, mantenendo il costo relativamente stabile. Nel frattempo, Netflix ha introdotto una restrizione sulla condivisione delle password e sull’uso dell’account su più dispositivi. Poiché molti consumatori hanno perso l’accesso agli account condivisi segretamente, hanno aperto i propri. La piattaforma ha riferito di aver raggiunto quasi 9 milioni di nuovi abbonati e di aver aumentato il prezzo dei suoi abbonamenti supportati da pubblicità e premium. 

L’esperienza di intrattenimento degli spettatori potrebbe tornare al punto di partenza; anche se si sono iscritti ai servizi di streaming in parte per sfuggire alle pubblicità, adesso pagano per le stesse esperienze piene di annunci tipici della televisione. 

La pubblicità che viene rivolta agli spettatori, però, è una pubblicità personalizzata rispetto a quella della televisione lineare. Ad esempio, le opzioni pubblicitarie di streaming sono basate sui dati, consentendo ai brand di raggiungere i consumatori con preferenze specifiche. I servizi di streaming, però, sono così radicati che i cambiamenti del mercato non porteranno necessariamente le persone a tornare alla televisione lineare che hanno cercato di evitare in primo luogo.

Martina Tamà