Nel film The Intern («Lo stagista inaspettato», 2015), la regia di Nancy Meyers ci propone un incontro-scontro generazionale tra Jules Ostin, giovane fondatrice di una startup di moda, e Ben Whittaker, un vedovo in pensione che decide di rimettersi in gioco come stagista senior. Oltre all’apparente semplicità narrativa, il film si rivela una miniera di spunti legati alle soft skill che nel nostro corso sono state esplorate in modo approfondito.
Ben incarna un modello di organizzazione interiore solida e adattabile, capace di leggere la complessità senza esserne travolto. La sua presenza calma, empatica e riflessiva lo rende un punto di riferimento all’interno dell’ambiente lavorativo, dimostrando come la leadership non sia sempre legata alla posizione gerarchica ma all’intelligenza emotiva e relazionale. Il suo modo di agire riflette perfettamente un sistema rappresentazionale cinestesico: osserva, sente, comprende profondamente il contesto prima di agire.
Jules, invece, rappresenta la complessità del cambiamento: imprenditrice giovane, brillante, ma alle prese con la difficoltà di delegare, l’ansia da prestazione e la necessità di ridefinire il proprio ruolo. La relazione tra i due diventa un esempio concreto di reverse mentoring: mentre Ben apprende dinamiche digitali e linguistiche della nuova generazione, Jules impara da lui la calma, la gestione dei conflitti e il valore dell’ascolto.
La loro interazione riflette una duplice crescita: da un lato, Ben riacquisisce un senso di utilità sociale e viene reintegrato in un contesto che valorizza la sua esperienza; dall’altro, Jules riconosce il bisogno di ridefinire la propria leadership in chiave più sostenibile. In questo, The Intern parla anche di benessere organizzativo, un tema affrontato nel nostro corso come elemento cardine per una cultura aziendale orientata alla persona.
Un’altra soft skill evidenziata è la capacità di creare fiducia attraverso la comunicazione autentica. Ben non dà mai “lezioni”, ma accompagna con discrezione, dimostrando quanto siano efficaci l’ascolto attivo e la presenza silenziosa nei momenti chiave. Questo atteggiamento rispecchia l’idea di leadership generativa, capace di valorizzare il potenziale altrui senza invaderlo.
Il film evidenzia anche la dimensione del cambiamento generativo: non solo adattarsi, ma trasformarsi in meglio. In questo senso, The Intern ci offre una lezione preziosa: ogni fase della vita, ogni relazione professionale, può essere terreno fertile per lo sviluppo umano, relazionale e professionale.
Beatrice Vendramin
