VIVERE DOWN UNDER: QUELLO CHE UN EXCHANGE OVERSEAS TI INSEGNA DAVVERO

Quando scopri che la tua meta Overseas si trova in Australia, la reazione più comune è “Ma non hai paura dei ragni?”. Successivamente sale l’eccitazione: si pensa ai koala, ai canguri, alle spiagge e al surf: insomma, a tutti quegli stereotipi, che comunemente si associano all’Australia.


Li chiamano “stereotipi”, perché ancora dopo mesi non ho visto un koala in natura, eppure il primo giorno che ho fatto la spesa a Sydney, mi sono trovata un ragno nelle banane!

La verità è che il coraggio necessario per partire per una meta oltreoceano va ben oltre gli insetti. Serve grinta per volare 16.000 chilometri lontano da casa, lasciando quella “maledetta” comfort zone di cui tutti parlano. “Se non lo fai ora quando ti ricapita?”: me lo sono ripetuta infinite volte prima di partire. Non è che non volessi partire, anzi, l’Australia è stata una mia decisione. Eppure, c’è qualcosa di particolarmente nostalgico nei giorni prima di lasciare casa, dove tutto è noto e familiare. “Coraggio, lasciare tutto indietro e andare, partire per ricominciare”. Il coraggio, come dice Cremonini, sta proprio nel ricominciare, in un luogo dove non ci sono i tuoi amici, i tuoi compagni di corso, la tua famiglia o il fidanzato.

Ricominciare è la parte più difficile del viaggio, ma oggi, dopo cinque mesi a Sydney, vorrei poter rivivere tutto da capo per provare ancora una volta l’emozione della prima volta. Difficile mettere nero su bianco tutto ciò che mi ha insegnato l’Australia in questi mesi. Se dovessi riassumere, inizierei dalla mentalità australiana. “No worries” rappresenta per gli australiani più di una semplice frase, è un vero e proprio mantra nazionale che viene usato, esso trasmette un senso di tranquillità e di accettazione delle cose così come vengono. Adottare il “no worries” non significa ignorare le difficoltà, ma affrontarle con la consapevolezza che, in un modo o nell’altro, le cose si risolvono. Questa mentalità si collega anche all’equilibrio tra vita e lavoro, un aspetto che ho trovato profondamente ispirante. La filosofia di vita australiana è, infatti, una combinazione di “no worries” e una forte attenzione al proprio benessere.

La mattina moltissimi australiani sono già attivi prima che sorga il sole, che si tratti di correre, nuotare, surfare o portare fuori il cane prima del lavoro; è evidente quanto sia importante per loro mantenere un equilibrio. Questo atteggiamento mi ha insegnato che prendersi cura di sé e dei propri interessi non è egoismo, ma una necessità per vivere in modo pieno e più consapevole.

Un altro aspetto che mi ha colpito è il loro rapporto con la natura. Gli australiani sembrano avere un legame viscerale con il loro ambiente, che va ben oltre l’amore per i paesaggi spettacolari. La natura qui è parte integrante della quotidianità e ogni attività all’aria aperta riflette un profondo rispetto per l’ambiente circostante. La conservazione per loro non è solo una questione di politiche ambientali, ma una mentalità molto diffusa. L’attenzione e il rispetto che gli australiani dimostrano verso l’ambiente dovrebbe essere d’ispirazione a qualsiasi cultura.

Infine, Sydney è un melting pot culturale. La diversità delle persone che vivono qui è incredibile e questo si riflette ovunque: dal cibo ai festival, fino ai mercatini locali. Sydney è casa per chiunque e nessuno si sente straniero. Qui ho avuto modo di interagire con persone provenienti da ogni parte del mondo, scoprendo tradizioni e modi di vivere che non conoscevo. Questo mi ha fatto capire quanto sia importante essere aperti a nuove prospettive e quanto si possa imparare semplicemente ascoltando le storie degli altri.

L’unione di questi elementi rende l’Australia un luogo davvero speciale, capace di insegnarti lezioni che vanno ben oltre le aule universitarie. Vivere qui mi ha arricchito profondamente, sia a livello personale sia culturale, ed è per questo che ho deciso di estendere il mio periodo di Exchange. Questo posto ha così tanto da dare, e io sono pronta ad accogliere tutto ciò che verrà.

D’altronde, “Se non lo fai ora quando ti ricapita?”.

Giada Tedoldi