FESTIVAL DI  VENEZIA: INCLUSIVITÀ O ESCLUSIVITÀ

Si è da poco conclusa l’ ottantunesima edizione del Festival del cinema di Venezia. Quest’anno, al Lido, dal 28 agosto al 7 settembre 2024, sono sbarcati, come tutti gli anni, volti internazionali, star di fama mondiale, da Nicole Kidman a Lady Gaga, Brad Pitt e George Clooney, e molti altri ancora.  

Luogo di fascino e di sfoggio per le più grandi case di moda, ricordiamo che Venezia, nella settimana dedicata al cinema, vuole celebrare l’arte del cinema d’autore, con film dai significati più profondi volti a impattare emotivamente e socialmente prima il privilegiato  e selezionato pubblico in sala, e dopo nelle sale cinematografiche di tutto il mondo. Questa edizione ha messo in luce un aspetto particolarmente rilevante: la grande attenzione dedicata all’inclusività e alla diversità. Al festival sono stati presentati in anteprima film provenienti da tutto il mondo, raccontando intrinsecamente  storie di culture e identità diverse. 

Ma quest’anno in concorso ci sono state anche molte registe e attrici, protagoniste e non, segno che, nel panorama cinematografico internazionale, ove il Festival di Venezia 2024 ne è un esempio significativo,  il tema dell’inclusività di genere è sempre più rilevante. Ovviamente la strada da fare è ancora lunga ma il progresso merita di essere analizzato in tutti i suoi aspetti, positivi e negativi.

Sono state messe in scena diverse personalità femminili: forti, fragili, ambiziose, malinconiche, e, verosimilmente, la presenza di registe ha permesso di esplorare storie femminili con intimità e sensibilità, è il caso di Baby girl. Nonostante i progressi, tuttavia, alcuni stereotipi di genere persistono ancora, ne è un esempio  la rappresentazione della donna come oggetto del desiderio o come vittima che, seppur non evidente come poteva esserlo in pellicole precedenti, si cela sotto un velo in molti film.

L’edizione del festival appena trascorsa  ha mostrato un’evoluzione nel panorama della  rappresentazione femminile, ma il percorso verso una parità completa è ancora lungo e tortuoso. È fondamentale continuare a promuovere film che offrano una visione più ampia e complessa delle donne,  cercando però di rendere il più possibile veritiera la rappresentazione e non solo come un monumento da osservare in vetrina. Per quanto riguarda il Leone d’oro, che quest’anno è andato a Pedro Almodovar il quale, con The room next door,  porta in sala la storia di una donna agonizzante in un mondo agonizzante e della sua amica che la accompagna pian piano verso la morte. 

“È un film sulla solidarietà e sulla possibilità di poter porre fine alla nostra vita: è un diritto che fa parte dell’uomo e i governi devono promulgare delle leggi che ci permettano di fare una scelta in momenti come questi. L’essere umano deve essere libero di scegliere” afferma il regista, portando a questa edizione di Venezia un’altra tematica toccante e di cui si dibatte nelle politiche di ogni stato. 

Il Festival del cinema quindi offre interessanti e stimolanti spunti di riflessione, non solo grazie alle tematiche che incorniciano le pellicole in concorso, ma anche per i dibattuti ruoli di registi e protagonisti sui red carpet, dando la possibilità anche a noi da casa, di partecipare emotivamente e mentalmente a questo evento di respiro mondiale.

Sara Gavinelli