Per la prima volta negli anni 60′ entra nel mercato un nuovo giocattolo, “la Barbie”. L’invenzione della Barbie nasce dal bisogno di emancipare le bambine staccandole dal ruolo, quasi scontato, di madre che accudisce il bambino e avvicinandole invece alla consapevolezza di essere innanzitutto donne, di avere il mondo in mano e la possibilità di scegliere ciò che davvero ognuna vuole essere.
La Barbie quindi concretizza questa volontà della donna di affermarsi nel mondo, di uscire dal canone prestabilito, stanca di questo ruolo marginale e già segnato, come se non avesse via d’uscita.
Negli anni a venire il ruolo della donna si modifica nella vita reale e di conseguenza anche la Barbie evolve. Questa bambola perfetta e bellissima acquisisce personalità svariate impersonando ogni volta un’identità diversa, dal medico, all’infermiera, alla tennista, all’avvocato; abbracciando tutte le professioni e le aspirazioni a cui ogni donna voleva ambire. La Mattel ha costruito il “mondo di Barbie”, iniziando dalla bambola e arricchendo nel tempo personaggi e oggetti per creare una storia; nasce così Ken (la versione maschile), la macchina, la piscina, la villa, un vero e proprio mondo, Barbieland, un mondo parallelo a quello reale dove vige la felicità, il divertimento, la bellezza e la perfezione.
Proprio in questo mondo, Greta Gerwig ha dato vita nel 2023 al film Barbie, film che vede la figura della donna come protagonista, come padrona del mondo, come colei che prende il posto dell’uomo nel mondo reale. Un’idea di mondo matriarcale, dove la donna è al comando, una donna perfetta, senza difetti, quasi ideale; un canone che rispecchia non solo gli abitanti ma anche il mondo che li circonda, fatto di spensieratezza, di prosperità, di divertimento che però non esprime quello che è la realtà.
Il mondo reale infatti non è perfetto in tutte le sue sfaccettature e le persone che lo compongono fanno i conti con l’imperfezione, la stessa imperfezione che coglie di sorpresa Barbie quando entra in contatto con quei pensieri reali, preoccupazioni, dubbi che fino a quel momento non le appartenevano. L’imperfezione, l’ingrediente principale della vita di tutti noi, quella con cui dobbiamo fare i conti ogni giorno, quella che invece sconvolge Barbie quando per la prima volta vede apparire dei difetti sul suo corpo scolpito.
Eccola lì a fare i conti con quel fisico immaginario che le bambine e le ragazze di tutti i tempi hanno sempre rincorso, imitandola, creando tuttavia delle illusorie aspettative. Lei, la regina della bellezza, magra, bionda, alta, nell’attimo di un pensiero catapultata nella realtà si rende conto che la perfezione non esiste, il suo fisico subisce delle trasformazioni e nella realtà il suo ruolo, il ruolo della donna in generale è ben diverso da quello in Barbieland.
Mentre Barbieland è governato da uno spiccato matriarcato, la vita reale è incentrata sulla figura dell’uomo, genere che prevale su quello femminile in molti ambiti, dalle professioni alla vita di coppia, alla vita familiare. Vengono messi a confronto due estremismi, due realtà caratterizzate quasi da un “totalitarismo”, due realtà dunque sbagliate che portano unicamente ad un malcontento di una delle due parti coinvolte, che si sentono oppresse, ingannate, condannate ad una vita infelice in cui non possono esprimersi per quello che sono.
Nemmeno Barbieland, un mondo apparentemente perfetto, è giusto; ciò che porta realmente al benessere è una sintonia, un giusto equilibrio, in cui coesistono due entità aventi stessi diritti, stesse opportunità, stesse ambizioni.
Uomo e donna sono uguali, e devono avere la possibilità di esprimersi e collaborare per poter raggiungere un benessere collettivo, in cui tutti sono soddisfatti del proprio essere. Nessun estremismo è giusto, nessun estremismo porta ad un appagamento della popolazione; il mondo reale deve tendere ad una conciliazione, ad una stabilità in cui i due sessi convivono in armonia senza sopraffarsi a vicenda.
Matilde Martini
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