Una data degna di nota è il 10 ottobre, data in cui si sensibilizza un tema di cui si dovrebbe parlare sempre di più: la salute mentale. Promossa dalla World Federation of Mental Health e supportata dall’Organizzazione mondiale della Sanità (OMS), La Giornata mondiale della salute mentale 2023 si propone di sottolineare quanto “Mental health is a universal human right”. Un diritto universale necessario per il benessere generale di ogni individuo, dal momento che essa si riversa anche sulla salute fisica, sulle relazioni sociali e sulle mansioni quotidiane.
Rendere la popolazione maggiormente consapevole, informata ed educata in merito a questa tematica è un dovere non solo dello Stato, ma anche delle realtà lavorative e scolastiche in cui vivono e operano uomini, donne e ragazzi più o meno fragili e con i propri problemi, problemi che spesso sfociano in qualcosa di indesiderato. Il Presidente Mattarella ha sottolineato quanto il pregiudizio circondi ancora il disagio psichico e quanti rischi siano connessi a questo, sia per quanto concerne i giovani sia per gli adulti e gli anziani, ai quali deve essere fornito il supporto adeguato.
Se in questo momento ognuno di noi dovesse soffermarsi a riflettere su quante volte avrebbe avuto bisogno di un supporto psicologico o su quante volte avrebbe necessitato di sfogarsi parlando con qualcuno, nelle maggior parte dei casi risulterebbe che almeno una volta nella vita è accaduto. Il problema sta nell’accorgersi di non riuscire a sostenersi da soli, ovvero risiede nel convincersi che, anche se talvolta si è meno forti del solito, nessuno avrà il diritto di emettere il proprio giudizio in merito. L’accettazione di una fragilità: parole ricche di significato nel campo della salute mentale, nonché le parole che permettono di avviare un percorso al termine del quale colui che lo sta compiendo si sentirà maggiormente consapevole. La pandemia è stata senza dubbio un trampolino di visibilità per la tematica della salute mentale, data la gravità delle conseguenze che ha portato con sé, non solo dal punto di vista della totale mancanza di relazioni non virtuali, ma anche dal punto di vista di chi ha perso i propri cari o è rimasto improvvisamente senza lavoro. Successivamente a questo periodo delicato, è stato ancora più evidente quanto il tema in questione dovesse essere affrontato, motivo per cui sono state messe maggiormente in luce e sono nate una serie di iniziative e campagne di sensibilizzazione volte a valorizzare la presenza di organizzazioni e specialisti pronti a tendere la propria mano a chiunque ne avesse il bisogno. A titolo esemplificativo, vi è il Progetto Itaca, “una Fondazione che promuove programmi di informazione, prevenzione, supporto e riabilitazione rivolti a persone affette da disturbi della Salute Mentale e alle loro famiglie”, coordinante le 17 sedi attive sul territorio nazionale, le quali costituiscono la principale organizzazione impegnata a favore della Salute Mentale.
Fortunatamente, diversi ambienti lavorativi e scolastici si stanno attivando per offrire un supporto psicologico a coloro che lo richiedono. Infatti, innumerevoli scuole permettono ai propri alunni di incontrarsi, in maniera totalmente libera, con uno psicologo interno all’istituto, così come accade in parecchie università all’interno delle quali degli specialisti sono disposti ad accompagnare gli studenti nel loro cammino. Similmente accade nelle aziende, che hanno compreso quanto sia essenziale il benessere individuale dei propri dipendenti, per ottenere delle ottime performance, per raggiungere gli obiettivi e per creare un clima aziendale collaborativo. Più le persone si sentono bene con se stesse, più queste riescono a mettere a frutto le proprie capacità e sono in grado di trovare soluzioni ai problemi in modo efficiente. Traumi, insicurezze, episodi personalmente significativi, errori, ansie e tensioni tendono ad accumularsi fino a sfociare in un malessere sia mentale che fisico, tanto da portare l’individuo a isolarsi, a sentirsi solo e a prendere le decisioni peggiori. Prima di toccare il punto di non ritorno è bene guardarsi dentro e ammettere che è arrivato il momento di non essere “superman”, bensì un essere umano dotato di tutte le sue sfaccettature.
È innegabile che, rispetto al passato, sono stati compiuti passi da gigante nel campo della salute mentale, passi che devono continuare nella stessa direzione in cui si stanno orientando al giorno d’oggi. Diffusione di informazioni affidabili, ulteriori campagne di sensibilizzazione e una maggior trattazione della tematica sui giornali e in televisione saranno gli elementi imprescindibili per ottenere il risultato sperato: il nostro benessere al primo posto.
Federica Vallazza
