"THE STORY OF A MARRIAGE" – LA STORIA DI UN MATRIMONIO…FINITO?

Amore, segreti, tradimenti, e una minaccia che incombe dalle prime fin quasi all’ultima pagina, in una storia che racconta la vita di una coppia e una famiglia apparentemente come tante nell’America degli anni Cinquanta.

Il catalogo Adelphi ha solitamente un costo non indifferente. Capita che per qualche settimana applichi su tutti i suoi titoli uno sconto del 25%. Decido di approfittarne, e acquistare un libro il cui titolo può apparire piuttosto comune. La storia di un matrimonio infatti non sembra particolarmente accattivante o intrigante. E invece la sorpresa sta proprio lì, dietro l’angolo. Anzi, dietro ad una porta.

Nel 1953, Pearlie e Holland Cook vivono la loro vita in un appartato quartiere di San Francisco, in una casa tranquilla, con un figlio piccolo, e un cane. Nonostante le apparenze, capiamo dal principio che non poche nubi coprono le esistenze dei protagonisti, ed è proprio la narratrice a rendercelo noto: «Crediamo tutti di conoscere le persone che amiamo». Questa frase risuona costante, quasi spettrale, lungo le 200 e più pagine che compongono il romanzo. Perché la guerra incombe ancora, e porta con sé i suoi fantasmi. Come la strana, presunta malattia al cuore di Holland, da cui le strane e pettegole zie hanno messo in guardia Pearlie, che per contrastarla ritaglia quotidianamente le brutte notizie dal giornale cosicché il marito non debba vedere la cattiveria del mondo. Soprattutto, come un uomo che un giorno si introduce nella casa e nella vita della famiglia Cook sconvolgendone i sei mesi successivi. Si chiama Buzz, dice di aver conosciuto Holland durante il secondo conflitto mondiale, di aver condiviso con lui la stanza d’ospedale. Ma in breve tempo si rivelerà essere una presenza ben più ingombrante nel vissuto dell’uomo. Buzz non vuole denaro, non è un potenziale killer, né un truffatore. È solo l’ex amante di Holland. E lo rivuole indietro.

Con incredibile e sconvolgente lucidità, vediamo Pearlie affrontare il tornado che scuote alle fondamenta tutto ciò che ha costruito negli ultimi anni della sua vita. E la vediamo assumere la fredda, implacabile consapevolezza che non ci è mai dato veramente di conoscere fino in fondo chi amiamo. Mentre si prepara a perdere l’uomo a cui è legata da sempre, la osserviamo e viviamo in qualche modo con lei questo strano, nuovo rapporto con Buzz, definendolo quasi un rapporto di amicizia, di una fine e sconcertante complicità ai limiti della calcolazione.

Andrew Sean Greer riesce a far accelerare i battiti di chi legge, tenendolo col fiato sospeso, illudendolo di sapere cosa aspettarsi, di aver finalmente capito, dopo le molteplici incertezze che sorgono nella lettura, che senso ha tutto ciò che accade. E lo fa, sapientemente, da uomo che narra con la voce di una donna.

È un libro che parla di amori, finiti, incompiuti, profondi, potenzialmente distruttivi. Un libro che parla a tutti; perché tutti, almeno una volta, ci siamo chiesti chi sia veramente la persona che amiamo. E non abbiamo saputo dare a noi stessi una risposta.

Chiara Anastasi