YOU CAN’T STOP US: LA CAMPAGNA DI NIKE ESEMPIO DI STORYTELLING INCLUSIVO

You Can’t Stop Us: lo spot di Nike che ci insegna come lo storytelling possa essere considerato uno strumento di narrazione a servizio di una comunicazione più inclusiva.

Inclusività, «la capacità di includere, in particolare di includere più soggetti possibili nel godimento di un diritto, nella partecipazione di un’attività o nel godimento di un’azione», così recita il dizionario Treccani. Inclusività che va oltre la semplice integrazione, non si limita a riconoscere l’individuo come parte di una totalità indistinta, bensì assicura che al suo interno sia trattato in modo equo, sia rappresentato e valorizzato, per le sue peculiarità distintive.

Parlare di storytelling inclusivo significa dunque fare riferimento all’arte di raccontare una storia inclusiva, in cui tutti sono protagonisti, diversi fra loro, ma ugualmente preziosi in funzione delle loro singolari sfumature. Ogni sfumatura è un filo essenziale del legame emozionale che la narrazione permetterà di sviluppare con il pubblico di riferimento.

Ed è proprio una storia di inclusività quella narrata da Nike, attraverso la voce della calciatrice Megan Rapinoe. Lo spot You Can’t Stop Us ha durata di novanta secondi ed è il terzo dell’omonima campagna. Ideato dall’agenzia creativa Wieden+Kennedy, diretto dal regista Oscar Hudson e prodotto da Pulse Films. È stato rilasciato in occasione del ritorno del campionato di basket NBA, a seguito dello stop causato dalla pandemia. Fra i vari riconoscimenti ottenuti ha vinto l’Emmy come miglior spot pubblicitario del 2021.

Attraverso la tecnica dello split screen, il video mostra una narrazione dinamica, dove si alternano le immagini di cinquantatré atleti, rappresentativi di ventiquattro differenti sport: LeBron James, Naomi Osaka, Cristiano Ronaldo, Serena Williams e molti altri.

Atleti che rappresentano la diversità nelle loro molteplici sfumature: donne e uomini, esponenti di sport differenti, di età, orientamento sessuale o colore della pelle differenti.

Persone diverse che però condividono un aspetto importante, la forza che acquisiscono dal non essere mai soli: «We are never alone. And that is our strenght. If we don’t fit the sport, we’ll change the sport. We know things won’t always go our way. But whatever it is, we’ll find a way. When things aren’t fair, we’ll come together for change. We have the responsibility to make this world a better place. No matter how bad it gets, we will always come back stronger. Nothing can stop what we can together».

La forza dello sport sta nel riconoscere la necessità di essere uniti: per ottenere il cambiamento, per modificare la situazione, per trovare la strada e la soluzione, o quando le cose sono ingiuste “we will come together”. Perché nulla può contrastare ciò che tutti questi atleti sono in grado di fare, insieme.

Mostrando come la forza stia nella valorizzazione delle differenze e attraverso l’importanza riconosciuta del legame fra queste, Nike dimostra che lo sport, come afferma la voce narrante della campagna Megan Rapinoe, può essere una fonte di ispirazione. L’ispirazione di una voce più inclusiva.

Giulia Origgi